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Nelle cantine di Montalcino non si dormono sogni tranquilli: dopo Cupano, furto a Col d’Orcia. A WineNews, il Conte Marone Cinzano: “sparite più di mille bottiglie di Brunello e Riserva Poggio al Vento, comprese le storiche vecchie annate”

Italia
Il Conte Francesco Marone Cinzano, a capo della griffe Col d’Orcia, nel mirino dei ladri

Che sia il prezzo della celebrità o un vile atto criminale, poco importa, la sostanza è che nelle cantine di Montalcino non si dormono sogni tranquilli. Dopo il furto subito da Cupano, che il 6 dicembre si è risvegliato con 900 bottiglie di Brunello e Brunello Riserva in meno, è la volta di Col d’Orcia, griffe storica del territorio, di proprietà del Conte Francesco Marone Cinzano, dove si sta ancora facendo la conta dei danni, comunque nell'ordine delle decine di migliaia di euro. “Nella notte tra sabato e domenica (tra il 20 ed il 21 gennaio, ndr) - racconta a WineNews il Conte Francesco Marone Cinzano - qualcuno è entrato nella nostra azienda, si è introdotto negli uffici, da lì ha rubato le chiavi del wine shop e ha portato via più di mille bottiglie, tutte di Brunello e Brunello Riserva Poggio al Vento, tutte nel formato da 0,75 litri. Comprese le vecchie annate, in maniera molto precisa. Annate uniche, come la 1964, il Brunello protagonista del Grand Tasting di Barack Obama - ricorda Cinzano - ma anche la 1967, per non parlare del Poggio al Vento 1997, miglior vino dell’anno per il Gambero Rosso, o del Poggio al Vento 1999, premiato dall’Espresso. E ancora le bottiglie del Poggio al Vento 1990, 1988, 1985, il Brunello 2013, il primo biologico, in uscita in questi giorni. Hanno caricato tutto su uno dei nostri furgoni e se ne sono andati. I Carabinieri di Montalcino - conclude il Conte Marone Cinzano - sono stati celeri e collaborativi, abbiamo estrema fiducia nel loro lavoro”.

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