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Il 2018 per i collezionisti di vino potrebbe essere l’anno del Barolo, della Borgogna, di vini come il Sagrantino di Montefalco ma, soprattutto, del Brunello di Montalcino. Lo sostiene su “Forbes” il prestigioso importatore Usa Wilson Daniels

Mentre nel mondo degli investimenti tiene banco il tema dei “Bitcoin”, a far sognare gli appassionati di vino del mondo e gli investitori del nettare di Bacco, sono altre “B”, ovvero Borgogna, Brunello di Montalcino e Barolo. Denominazioni su cui puntare per il 2018, secondo Rocco Lombardo, presidente di Wilson Daniels, uno dei più selettivi player sul segmento del lusso negli Stati Uniti (con marchi come Biondi Santi, Castello di Volpaia, Elvio Cogno, Arnaldo Caprai, Romano Dal Forno e Bisol dall’Italia, o nomi come Domaine de la Romanée-Conti, Domaine Leflaive e Champagne Gosset dalla Francia, tra gli altri, www.wilsondaniels.com), che, in un’intervista a Ketie Kelly Bell sul sito della celebre rivista “Forbes”, nei 40 anni di attività che saranno celebrati proprio quest’anno, spiega che, in particolare, proprio il Brunello di Montalcino potrebbe essere il protagonista del 2018 (https://goo.gl/iqRMcV).
  
“È un vino che sta tornando di moda. Il territorio per un po’ di tempo aveva abbandonato la strada della tradizione, spostandosi su uno stile più simile a quello del Nuovo Mondo. Non lo hanno fatto tutte le cantine, ma molte. Oggi c’è un ritorno alla tradizione, ed in questo senso Biondi Santi, che noi importiamo, è il riferimento per il territorio , con vini che possono invecchiare anche per un secolo. Abbiamo assaggiato bottiglie della fine del 1800, ed il frutto è ancora presente”.

E se Barolo ha la sua forza nei tanti cru, sottozone e Comuni la cui diversità è sempre più apprezzata e riconosciuta, come Serralunga d’Alba e Novello, sottolinea Lombardo, e se sulla Borgogna c’è solo l’imbarazzo della scelta, non si può dimenticare Bordeaux. Per il quale, però, spiega Lombardo, i prezzi inflazionati delle annate 2009 e 2010 hanno fatto da deterrente per molti collezionisti. Tuttavia, puntare sui 5 Premier Crus è sempre una certezza, mentre tante opportunità, secondo l’importatore americano, possono arrivare dai Deuxièmes Crus.
Altro vino da tenere in considerazione, secondo Lombardo, è il Sagrantino di Montefalco. “Se si parla di vini da grande invecchiamento, è un vino ancora poco conosciuto in Usa, ma ha delle potenzialità di durata nel tempo incredibili, anche perchè la struttura dei suoi tannini è così pronunciata che richiede tempo per svilupparsi. Ho assaggiato diversi Sagrantino a partire dalla vendemmia 1995, e sono vini che sono ancora nella loro prima fase di vita, come il Sagrantino 25 Anni ci Caprai, che noi importiamo, ed è fatto con la migliore selezione clonale e dalle vigne più vecchie”.
Indicazioni interessanti rivolte soprattutto ad un mercato Usa che, oggi, è caratterizzato, in generale, dalla voglia dei consumatori di provare cose nuove ed essere continuamente sorpresi.

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