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Dopo l’ecopelle fatta dalle vinacce e il tessuto con gli scarti delle arance, arriva la sfida della giovane vignaiola Sara Vezza agli studenti dello Ied di Torino: creare oggetti di design dal materiale di scarto della cantina, dai tappi alle botti

Italia
Vignaiola Sara Vezza lancia sfida a studenti IED di Torino: creare oggetti di design con materiale di scarto di cantina

Le condizioni preoccupanti della salute del nostro pianeta non sono sconosciute, ormai si sa che la Terra subisce l’inquinamento e le massicce quantità di rifiuti prodotti dall’uomo. La presa di coscienza degli ultimi anni ha coinvolto ogni settore di produzione, quello enogastronomico compreso: in meno di cinque anni sono nati progetti di riciclo di scarti produttivi, come il tessuto prodotto con gli scarti degli agrumi, l’Orange Fiber (www.orangefiber.it), o l’ecopelle fatta dalle vinacce presentato all’ultimo Vinitaly, la Wineleather prodotta da Vegea (www.vegeacompany.it). Anche Amorim Cork, il primo produttore al mondo di tappi in sughero, ha in campo tanti progetti di riciclo dei tappi usati, specie nella produzione di energie sostenibile (www.amorimcork.com).
Ma il riciclo non si limita solo ai materiali di scarto nel termine più stretto: in una cantina oltre alle vinacce, cosa si fa di scatole di legno, etichette, vecchie botti? È la domanda che si è posta Sara Vezza, giovane vignaiola titolare della Cantina Josetta Saffirio, a Monforte d’Alba. Come risposta, è nato il progetto ReWineD, acronimo di Recycled Wine Design, che coinvolgerà per alcuni mesi nove studenti del secondo anno del Corso di Product Design dello IED (www.ied.it). La Vezza ha istituito una borsa di studio, che vincerà il progetto più bello e funzionale realizzato con i materiali di scarto della cantina, dalle bottiglie di vetro ai tappi usati, le vecchie botti, scatole di legno e di cartone, rotoli di etichette. A decidere sarà chiamata una giuria composta da designer, architetti e giornalisti del settore: è entrato infatti in partnership Italia Bellissima, network di architetti e artigiani italiani che lavorano nel settore edilizia-decoro creato dall’architetto astigiano Andrea Capellino.
“È un’idea che ho nel cuore da tempo - dice Sara Vezza - La nostra azienda ha scelto la strada del sostenibile e del biologico dal 2004, e il mio sogno è di far rivivere anche gli scarti di cantina e di produzione. “Nel momento in cui cambi prospettiva trovi la soluzione al problema”: questa è la sfida che propongo ai giovani designer”. Ed aggiunge: “Qui anche gli avanzi sono molto preziosi perché sono pochi: l’idea di riciclarli e non buttarli comunica al consumatore un’attenzione anche per i piccoli dettagli”.

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