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Si sono concluse le trattative per l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Giappone, che tutela le Indicazioni Geografiche dei prodotti europei. Il Comité Européen des Entreprises Vins applaude l’accordo e ne chiede una celere ratifica

Le esportazioni complessive italiane di vino e mosto verso il Giappone nel primo semestre 2017 secondo dati Ismea sono in aumento, sia per ettolitri (+10%, con 261.122 ettolitri sui 237.488 del 2016), che per valore (+8,8%, con 95.337 migliaia di euro sugli 87.656 del 2016). La notizia della conclusione degli accordi commerciali fra Unione Europea e il Sol Levante ,diffusa dalla Commissaria per il Commercio Cecilia Malmström dopo mesi di trattative, è stata, quindi ,accolta con favore da parte della Comité Européen des Entreprises Vins (www.ceev.eu), che unendo 24 organizzazioni nazionali rappresenta la maggior parte dell’industria e del mercato del vino di qualità europeo (Unione Italiana Vini e Federvini per l’Italia).
“Oggi il Giappone è il quinto mercato export per i vini dell’Unione Europea, ma possiamo fare molto meglio di così. Una volta entrato in forza, l’accordo migliorerà l’accesso dei nostri vini – ha dichiarato Jean-Marie Barillère, president Ceev - e livellerà la nostra posizione nel campo di gioco rispetto ai nostri principali concorrenti in questo mercato chiave. Questo trattato spingerà le nostre esportazioni verso il Giappone e potenzierà il nostro ruolo di export leader”.
In attesa di una celere ratifica dell’accordo, Ceev applaude anche il riconoscimento del sistema di Indicazioni Geografiche in esso compreso, che proteggerà i prodotti agroalimentari europei dalla contraffazione: un riconoscimento particolarmente importante per il settore del vino, profondamente radicato nei territori rurali del continente.
“Supportiamo fortemente l’ambiziosa agenda commerciale della Commissione Europea. I trattati commerciali sono fattori critici per la competitività dei vini europei nel mercato internazionale - ha aggiunto Ignacio Sánchez Recarte, segretario generale Ceev - quindi il Comitato applaude questo tipo di accordi e spera in una continuità di percorso anche in relazione ai Paesi del Mercosur, con lo stesso livello di ambizione rispetto all’accesso al mercato, alla protezione delle Indicazioni Geografiche e alla rimozione di barriere tecniche al commercio di vino”.

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