02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

“Enosis non è mai andata così bene, e la sua forza sono le aziende con cui lavora. Ma non vendo la Cascina Meraviglia”: così, a WineNews, Donato Lanati, dopo l’annuncio, su Sotheby’s, che ha valutato la struttura 13 milioni di euro

“Enosis non è mai andata così bene, non ha mai avuto un’attività così forte, e non vendo la Cascina Meraviglia. In ogni caso, la nostra forza non è nella struttura, ma nelle nostre competenze e nelle aziende con cui lavoriamo, e nell’ipotesi dovrei condividere ogni cosa con loro, dall’inizio alla fine”. Così a WineNews Donato Lanati, tra i più affermati enologi italiani, e fondatore di Enosis Meraviglia, a Fubine, uno dei centri di ricerca applicata al vino più avanzati d’Europa (www.enosis.it), nato nel 2005 (https://goo.gl/rRYhYz). Un’ipotesi, quella della vendita della Cascina, che si è fatta strada nell’ambiente enoico, dopo che il portale dedicato al Real Estate di Sotheby’s, Sotheby’s International Realty, ha pubblicato l’annuncio di vendita della struttura (ancora presente, https://goo.gl/VkAXJo), valutandola ben 13 milioni di euro.
“Ma io non vendo, non ho bisogno di soldi, le banche non mi fanno pressione. Però nella vita a volte è bello anche farsi valutare, e siccome qualcuno la cascina l’ha chiesta, e c’è chi l’ha valutata in un modo e chi in un altro, se il mio amministratore ha voluto farsi valutare da Sotheby’s non c’è niente di male”.
Certo, c’è chi ha fatto illazioni, ma Lanati smentisce ancora: “mi sarebbe piaciuto di più sentirmi chiedere se era vero che su di noi ci fosse stato l’interesse di un fondo cinese, o di un fondo americano, magari per aprire un Enosis in California. Era molto più logico che qualcuno mi avesse chiesto se Enosis Meraviglia è effettivamente in vendita perché un fondo statunitense mi ha offerto quasi il triplo dei 15.098.722 dollari a cui è valutata la Cascina Meraviglia da Sotheby’s: era più logico perché l’offerta mi è stata fatta in quel caso per acquistare il nostro know-how, che è il vero valore di un’azienda, con la sua storia, il lavoro che ha svolto, la rete di aziende con cui opera e soprattutto la sua equipe di collaboratori. Tanto per chiarire la mia posizione, quell’offerta io l’ho rifiutata”, dice Lanati.

Che aggiunge: “ho imparato dalle cronache finanziarie che, per ottenere nuove risorse da investire, importanti aziende italiane hanno venduto la loro sede e poi l’hanno presa in affitto, senza che nessuno si stupisse. Non mi pare ci sia niente di strano, perciò, se tra le ipotesi di sviluppo che mi sto ponendo ci sia anche questa. Per intanto, approfittando di una proposta di Sotheby’s, abbiamo reso pubblico un valore della nostra sede che mi sembra congruo, col vantaggio che la valutazione non è nostra ma di un ente terzo. E comunque ribadisco, Enosis non è mai andato così bene. Ho un gruppo di lavoro che è il più forte del mondo, capace di valorizzare a 360 gradi ogni aspetto della natura che finisce nel vino. Io non sono più giovanissimo, ma non vado in pensione, perché la mia passione non ha età. Penso però sia giusto che un imprenditore si ponga il problema di assicurare un futuro all’azienda oltre se stesso e io mi preoccuperò di far sì che Enosis non finisca con me perché sarebbe un vero peccato. Chissà, forse sarà necessario stringere delle alleanze: se ciò avvenisse sia chiaro, non accetterò proposte da fondi americani o cinesi, cercherò di allearmi con una grandissima azienda internazionale che batta bandiera italiana”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli