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L’Italia del vino alla conquista dei mercati orientali: riparte Simply Italian Great Wines - Asia Tour. Obiettivo crescita, dal Giappone, dove il Belpaese è il terzo esportatore, a Singapore, hub per il Sud Est Asiatico, fino al promettente Vietnam

L’Italia del vino conquista l’estremo oriente: i mercati dell’Est sono sempre più affascinati dal nettare degli dei del Belpaese che, nonostante le sfide con gli altri colossi enoici, come Francia e Cile, sta conquistando sempre più terreno. In particolar modo il Giappone, dove l’import vinicolo complessivo, nel 2016, ha toccato i 1,3 miliardi di euro (dati Wine Monitor - Nomisma), con il Belpaese terzo partner commerciale (408.000 ettolitri importati, per 165 milioni di euro). Cresce sempre di più la domanda di etichette d’alta gamma, e aumenta di conseguenza anche il prezzo medio, che ha raggiunto i 5 euro al litro. Questo perché in Giappone, come un po’ in tutti i mercati asiatici, si sta diffondendo la cultura enologica attraverso ristoranti e wine bar. La Francia, però, qui è ancora leader nei numeri del vino esportato, che vale il 53% del mercato: la vera sfida è col Cile, che spedisce in Giappone 801.000 ettolitri annui, per un valore di 167 milioni di euro.
Anche Singapore è un mercato interessante per l’Italia, perché si tratta di un luogo strategico dal punto di vista commerciale e logistico per la distribuzione nei mercati del Sud-Est Asiatico: Singapore è fra i primi 20 importatori di vino del mondo, e sta vedendo una forte crescita del consumo pro - capite che, secondo i dati Wine Monitor - Nomisma, è cresciuto del 20% tra il 2011 e il 2015. Qui l’Italia del vino arriva dopo solo a Australia e Francia, con un valore di 19 milioni di euro.

Un altro mercato, seppur ancora giovane, sta attirando l’attenzione dell’export italiano, quello vietnamita. Qui, tra il 2011 e il 2015 il consumo enologico ha visto una vera e propria impennata, raggiungendo picchi del +60% in volume e +111% in valore, arrivando ai 21,3 milioni di euro e 92.900 mila ettolitri nel 2016. L’Italia è sempre il terzo esportatore di vino, che è visto non solo come bevanda di svago, ma come e vero e proprio prodotto salutare (in particolare il rosso), e che rappresenta uno stato symbol nei centri urbani come Ho Chi Minh e Hanoi. Il Belpaese nel 2016 era a quota 11.600 ettolitri annui, per un valore di 3,7 milioni di euro, preceduta da Cile (6,3 milioni di euro nel 2016) Francia (7,1 milioni di euro). Il prezzo medio del vino del Belpaese però è il più alto in assoluto, superando anche la Francia: 3,2 euro al litro.
Non a caso saranno questi tre Paesi ad ospitare il Simply Italian Great Wines - Asia Tour 2017 (www.simplyitaliangreatwines.com), evento ideato da Iem - International Exhibition Management, che vuole valorizzare e promuovere l’eccellenza enologica italiana nei mercati strategici asiatici: Tokyo, Singapore e Ho Chi Minh. Partendo proprio dal Giappone, oggi inizia il tour enoico delle oltre 20 etichette dell’eccellenza vitivinicola italiana, dal Piemonte al Friuli, dal Veneto alla Toscana, che sbarcherà poi il 22 novembre a Singapore e terminerà il 23 novembre a Ho Chi Minh, e che prevede seminari con esperti del settore, walk - around tasting per i buyer locali e degustazioni, organizzate dal Igm (Istituto del Vino Italiano di Qualità, i Grandi Marchi).

“Il nostro vantaggio competitivo - spiega Marina Nedic, managing director Iem - International Exhibition Management  - risiede nella qualità: riuscendo a comunicare l’eccellenza qualitativa del made in Italy, possiamo intercettare la domanda di vini di fascia medio-alta”.

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