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È tempo di Beaujolais nouveau, una tradizione storica nonostante il calo di qualità e il crollo dei prezzi del 62% dal 2004, dopo gli aumenti dei volumi degli anni Ottanta. Secondo i vignaioli il 2017, secco e assolato, ha però dato una buona annata

È tempo di Beaujolais nouveau, una tradizione storica nonostante il calo di qualità e il crollo dei prezzi, del 62% dal 2004 al 2016: da qualche anno sono sempre meno i fedelissimi del vino novello per tradizione, ma vinai e bistrot cercano di mantenere vivo l’appuntamento più atteso dell’autunno in Francia, anche se con meno calore e genuinità, senza feste o canzoni accompagnate dalla filarmonica. Come ieri, giorno del lancio del nuovo Beaujolais sul mercato: fra i motivi, anche il clima di allerta antiterrorismo che attanaglia Parigi e le grandi città.

Ma il Beaujolais nouveau deve il suo momento “no” soprattutto al calo di qualità, come spiega a “Le Parisien” (www.leparisien.fr) il presidente dell’associazione del Beaujoulais, Dominique Piron: “le sue vendite esplosero negli anni Ottanta, ma aumentando i volumi, calò la qualità del prodotto. E la qualità è diminuita insieme con i prezzi”. I viticoltori assicurano che il livello del novello è salito da qualche vendemmia: ci sono meno additivi e, soprattutto quest’anno, la stagione secca e assolata ha prodotto frutti maturi e con una concentrazione di succo ideale.

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