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Italia ancora a bocca asciutta e, sperando nel podio, è la Francia a comandare la “Top 10” di “Wine Spectator”: Vouvray Demi-Sec Le Mont 2016 di Domaine Huët alla posizione n. 6 e Gigondas 2015 di Château de St.-Cosme alla posizione n. 5

Italia
La Top 100 by Wine Spectator

La storia della “Top 100” del magazine Usa “Wine Spectator” si intreccia, inevitabilmente, con quella del vino italiano, o almeno, con gli ultimi trent’anni. Solo in tre occasioni l’Italia è riuscita a guadagnare il gradino più alto, nel 2006, con il Brunello di Montalcino 2001 Tenuta Nuova di Casanova di Neri, nel 2001 con l’Ornellaia 1998 di Tenuta dell’Ornellaia, e nel 2000 con il Solaia 1997. Come andrà, questa volta, non è dato saperlo, finora il Belpaese enoico è a bocca asciutta: il conto alla rovescia della “Top 10”, che mette in fila i vini selezionati tra quelli con un punteggio superiore ai 90 punti assegnati dalla rivista Usa, tenendo conto di prezzo, disponibilità sul mercato e di un fattore “x” legato all’emozione, continua infatti con altri due vini francesi, il Vouvray Demi-Sec Le Mont 2016 di Domaine Huët, alla posizione n. 6, ed il Gigondas 2015 di Château de St.-Cosme, alla posizione n. 5, in una classifica dominata adesso da Francia e California, e completata dal St.-Emilion 2014 di Château Canon-La Gaffelière al n. 7, dal Cabernet Sauvignon Napa Valley 2014 di Meyer al n. 8, dallo Chardonnay Napa Valley 2015 di Pahlmeyer e dallo Oublié Paso Robles 2014 di Booker (http://top100.winespectator.com).
Ma non tutto è perduto, e chissà che, dopo i due vini italiani tra i primi 10, il Tignanello 2012 di Antinori (n. 8) e il Barbaresco Asili Riserva 2011 (n. 5) dei Produttori di Barbaresco, del 2016, non ci si debba “accontentare” di un’etichetta sul podio, magari sul gradino più alto. In caso contrario, ci troveremmo di fronte ad una di quelle situazioni che potremmo ben definire “poco fortunate”, come del resto è già capitato: per tre volte, infatti, i vini del Belpaese sono rimasti fuori dalla top 10, nel 1989, nel 1996 e nel 1997. Di sicuro, a questo punto, diventa impossibile raggiungere il record delle 4 etichette tra le prime 10, come nel 2001, quando dietro all’Ornellaia 1998 di Tenuta dell’Ornellaia, alla posizione n.1, si piazzarono il Vino Nobile di Montepulciano Grandi Annate Riserva 1997 di Avignonesi (al n. 4), il Bolgheri Superiore Guado al Tasso 1998 di Antinori (al n. 6) ed il Barolo 1997 di Pio Cesare (al n. 7); e nel 2009, quando al n. 5 arrivò il Chianti Classico Castello di Brolio 2006 di Barone Ricasoli, al n. 7 il Barolo Marcenasco 2005 di Renato Ratti, al n. 8 il Flaccianello Fontodi Colli della Toscana Centrale 2006, ed al n. 10 il Brancaia Toscana Tre 2007.

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