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Montalcino e Langhe superstar della più recente asta newyorkese di Sotheby’s, la collezione del filantropo e amico di Robert Parker Park B. Smith, e con il vino tricolore che, in media, ha raccolto il 15% in più delle stime di prevendita maggiori

Sicuramente non un’asta qualsiasi: è questo il primo commento che viene in mente scorrendo i risultati della “Magnificent Wines from the Cellars of Park B. Smith” (https://goo.gl/oRrW4b), la più recente asta d’oltreatlantico di Sotheby’s che pochi giorni fa ha non solo registrato numeri da record rispetto alle stime di prevendita più alte, raccogliendo oltre 5 milioni di dollari a fronte di un massimo previsto di 4,3, ma ha anche alzato l’asticella dei record per quanto riguarda le aste di collezioni di singoli privati tenute dalla casa londinese nel corso di quest’anno.
La collezione di Park B. Smith, oltre alla sua sterminata ampiezza, era del tutto peculiare anche per via della sua passione per i grandi formati: poco meno del 60% del raccolto dell’asta è stato dovuto a queste tipologie, che hanno venduto, in media, per il 20% in più delle stime preliminari più alte. E anche se, come di consueto, Borgogna e Bordeaux hanno fatto la parte del leone, l’Italia del vino ha saputo difendersi più che bene, con una performance di vendita media superiore alle stime preliminari di circa il 15% (a fronte del +50% delle etichette borgognone e del +20% delle bordolesi).
Per i top lot tricolori, in cima c’è un nome solo, e di un’annata la cui popolarità e assoluta qualità hanno contribuito non solo a consolidare enormemente la nomea dell’Italia come presenza stabile nel mondo dei fine wines, ma anche a piazzarla sul radar della cultura popolare contemporanea: due magnum del mitologico Sassicaia 1985, a fronte di una stima preliminare compresa tra gli 11.000 e i 15.000 dollari, sono state battute per 23.370, seguite poi da tre diversi lotti composti da 6 magnum del Barbaresco Santo Stefano di Neive 1990 di Bruno Giacosa (17.220 dollari ciascuno), da un singolo lotto di 4 magnum del Brunello di Montalcino 1985 di Gianfranco Soldera (9.840 dollari), da una bottiglia da 12 litri di Barolo Riserva Speciale 1955 di Aldo Conterno passata di mano per la medesima cifra (a fronte di una stima preliminare massima di 7.500 dollari) e da 6 magnum del Barbaresco Sorì Tildin 1990 di Gaja, con un ragguardevole prezzo finale di 7.995 dollari a fronte di una stima preliminare massima di 6.000. I top lot assoluti, invece, sono stati due singole Jeroboam di La Tâche del Domaine de la Romanée-Conti e una bottiglia da dodici litri di Petrus 1990, tutti passati di mano per 43.050 dollari l’uno.

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