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Parigi capitale biennale del vino? Acquisita Adhesion, Comexposium propone un rendez-vous enoico biennale nella capitale da febbraio 2018, unendo Vinisud e VinoVision. L’auspicio è una sinergia con l’edizione parigina di VinExpo prevista dal 2020

Parigi capitale biennale del vino? È l’intenzione di Comexposium, reduce della recente acquisizione di Adhésion, società che organizza Vinisud, World Wine Meeting e Wine Bulk Exhibition. Ora, con un tris d’assi in mano composto da Vinovision (la fiera annuale parigina del vino del nord), il World Wine Meeting (che quest’anno si terrà a Parigi) e, appunto, Vinisud (la fiera annuale dei vini del mediterraneo a Montpellier), Comexposium lancia la proposta per una settimana di rendez-vous enoico parigino dal 12 al 20 febbraio 2018, che unisca tutte e tre le manifestazioni enoiche. Come ha raccontato Valérie Lombry, amministratrice delegata della divisione Agricoltura e Cibo di Comexposium, al portale francese “Vitisphere” (www.vitisphere.com) in realtà si tratta di progetti a lungo termine: “l’idea è di riunire Vinovision e Vinosud a Parigi ogni due anni. Potremmo portare un’offerta più ampia e una gamma di prodotti complementare agli acquirenti - precisa Lombry - e spostare il centro di gravità dei saloni da Düsseldorf a Parigi. L’anno seguente Vinovision tornerebbe da solo a Parigi e Vinisud a Montpellier”.
Sorge spontaneo ricollegare questa idea alla recente decisione di Vinexpo di allargare la sua offerta a Parigi, alternata all’appuntamento biennale di Bordeaux: la nuova installazione nella capitale francese è prevista, infatti, per gennaio 2020, anno in cui ricadrebbe, calcoli alla mano, la seconda edizione del simposio Vinovision e Vinosud di Comexposium. Eventualità che non preoccupa l’azienda d’eventi francese: “L’arrivo di VinExpo a Parigi rientra allo stesso modo nella creazione di un grande evento parigino. Siamo aperti ad alleanze e confronti, in particolare sulle scelte delle date. Non c’è alcuna animosità fra noi”. Una sinergia fra le diverse realtà fieristiche francesi è indubbiamente auspicabile, per non rischiare una frammentazione che rischia di portare più danno che beneficio, soprattutto ai produttori e ai professionisti del mondo vitivinicolo.

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