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L’Italia è cresciuta, ma la Francia ha fatto meglio, e ora i transalpini sono leader in valore nel mercato Usa. A dirlo i dati delle dogane americane analizzati da Wine Monitor e Business Strategies. Silvana Ballotta: “manca regia nella promozione”

Italia
L’Italia è cresciuta, ma la Francia ha fatto meglio, e ora i transalpini sono leader in valore nel mercato Usa

L’Italia è cresciuta, ma la Francia ha fatto meglio, e nella partita delle esportazioni enoiche in Usa, dove per anni il Belpaese ha mantenuto il primato in valore e volume, ora i transalpini si sono ripresi la prima posizione, con 1,22 contro 1,21 miliardi di euro. Lo annuncia l’Osservatorio Paesi terzi di Business Strategies, che assieme a Nomisma-Wine Monitor ha elaborato gli ultimi dati sulle importazioni di vino statunitensi (fonte Dogane) aggiornate al terzo trimestre del 2017. “Il sorpasso in valore è l’effetto della clamorosa rimonta del vino transalpino su quello italiano, recuperando in soli 9 mesi 160 milioni di euro.
L’Italia perde il primato più ambito e lo perde male - ha detto la Ceo di Business Strategies, Silvana Ballotta - se pensiamo che oggi la Francia è market leader nei primi tre mercati di importazione al mondo, Usa, Gran Bretagna e Cina. Ma fa ancora più male registrare come, in un anno di grande crescita della domanda di vino nel mondo, gli Stati Uniti siano diventati la cartina tornasole della nostra ridotta competitività sui mercati globali, frutto di azioni di marketing e promozione deboli e mai sinergiche”.
Nel dettaglio, la corsa di Parigi negli Usa fissa la performance in valore nei primi 9 mesi di quest’anno a +18,8% sullo stesso periodo 2016): 6 volte di più dell’incremento italiano (3%), che perde nettamente anche il confronto con la crescita complessiva delle importazioni statunitensi di vino (+8%). Il Belpaese vede così diminuire le proprie quote di mercato rispetto al pari periodo del 2016 (da 32,7% al 31,1%) soprattutto per effetto della stagnazione delle vendite di vini fermi imbottigliati, dove rimane market leader (962 milioni di euro) ma guadagna in valore solo l’1,6%, contro il +21,4% francese e una media import generale sul segmento del 5,9%. Sotto media anche gli sparkling italici, che pur incrementando dell’8,7% fanno peggio del mercato (+11,5%) e, ancora una volta, dei francesi (+14%), assoluto leader in valore della tipologia con 432 milioni di euro. Diverso il discorso sui volumi importati, con l’Italia (2,4 milioni di ettolitri, +3,7%) che doppia la Francia (1,2 milioni di ettolitri, +21,1%). In lieve calo il prezzo medio generale del prodotto importato, con l’Italia in ribasso specie sugli sparkling.

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