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A chiudere il cerchio sulle stime della vendemmia 2017 in Europa, i dati di Copa-Cogeca, l’associazione europea delle cooperative agricole: raccolta a -14% nel Vecchio Continente, ma qualità delle uve molto buona ovunque

Dopo i numeri della Commissione Europea, a chiudere il cerchio delle cifre, per la verità non ancora definitive e tutt’altro che concordanti, arrivano i dati pubblicati dal Copa e dalla Cogeca, l’associazione europea delle cooperative agricole, che confermano, ovviamente, le difficoltà di una delle vendemmie più dure di sempre per i Paesi dell’Unione Europea, con una produzione stimata in 145 milioni di ettolitri a causa, principalmente, degli eventi climatici estremi e del cambiamento climatico (www.copa-cogeca.be).
“Quest’anno i nostri vigneti sono stati fortemente colpiti dal cambiamento climatico e da eventi climatici estremi, come gelate e siccità, per cui - spiega il presidente del gruppo di lavoro Vino del Copa e della Cogeca, Thierry Coste - si prevede che il raccolto sarà inferiore del 14% sui livelli dell’anno scorso. Ciò ha portato a una vendemmia prematura in Europa con molti produttori che hanno raccolto in media due settimane prima. La Francia e l’Italia sono state particolarmente colpite. Nella migliore delle ipotesi, in Francia sarà raggiunto un minimo storico di 37 milioni di ettolitri, vale a dire una riduzione del 18% sui livelli dell’anno scorso. In Italia si prevede di raggiungere i 40 milioni di ettolitri, vale a dire un riduzione del 26% sul 2016. In Spagna si prevede una produzione di 36 milioni di ettolitri, vale a dire una riduzione del 20% rispetto ai livelli dell’anno scorso. Il Portogallo è l’unico paese in cui vi è stato un aumento del 10% sui livelli dell’anno scorso”.
A dispetto del crollo quantitativo, però, sul fronte della qualità le cose, secondo Copa-Cogeca, vanno decisamente meglio. “La qualità dell’uva - continua Thierry Coste - è molto buona in tutta l’Europa, per cui il vino sarà eccellente. Si prevede un aumento dei prezzi, che però non sarà sufficiente a compensare alcuni produttori per le perdite subite. I produttori necessitano migliori regimi di assicurazione. I cambiamenti proposti allo strumento di stabilizzazione del reddito nel regolamento Omnibus potrebbero essere utili in questa situazione se permetteranno di attivare gli aiuti quando le perdite raggiungono il 20% e non il 30%”.

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