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Le piazze nordamericane rimangono vitali per il vino tricolore, con una quota di mercato del 32% e una crescita in valore del 20% negli Stati Uniti negli ultimi cinque anni. E per presidiarle Igm sbarca a Vancouver, Calgary e New York

Sebbene i mercati di Usa e Canada abbiano rappresentato tradizionalmente alcune delle piazze più fondamentali per la crescita del vino italiano all’estero, in un mondo globalizzato la competizione non consente di dare nulla per scontato, come dimostrato anche dalle più recenti elaborazioni sui primi 8 mesi del 2017 di Business Strategies, secondo le quali il Belpaese ha chiuso i due quadrimestri con un valore di 1,099 miliardi, ma con i cugini d’Oltralpe a 1,091 miliardi di euro, con quote di mercato rispettivamente del 31,5% e 31,3%. Per quanto riguarda il Paese della foglia d’acero, inoltre, il mercato del nettare di Bacco è estremamente importante, perché i sudditi di Elisabetta II vi dedicano oltre il 30% della loro spesa totale delle bevande alcoliche, con un consumo tradizionalmente orientato ai rossi, che assorbono oltre il 50% del valore, ma una dinamica evolutiva estremamente interessante e dinamica, negli ultimi tempi, per bianchi e bollicine. Un panorama che va però costantemente presidiato e tenuto stretto, per così dire, ed è per questo che l’Istituto Grandi Marchi, il parterre de roi enoico composto da 19 tra le realtà produttive più prestigiose del Belpaese (da Alois Lageder a Argiolas, da Biondi Santi a Ca’ del Bosco, da Michele Chiarlo a Carpenè Malvolti, da Donnafugata ad Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, da Gaja a Jermann, da Lungarotti a Masi, da Marchesi Antinori a Mastroberardino, da Pio Cesare a Rivera e da Tasca D’Almerita a Tenuta San Guido e Umani Ronchi) farà presto tappa in entrambi i Paesi, con eventi a Vancouver, Calgary e New York (16, 17 e 19 ottobre) dedicati ad oltre 300 operatori del settore, fra degustazioni walk-around in terra canadese e un esclusivo sommelier lunch nella Grande Mela. “Stati Uniti e Canada sono due piazze strategiche rappresentando il primo e il secondo mercato di sbocco extra-UE per i nostri vini, totalizzando in valore circa il 25% e il 13% delle esportazioni complessive dell’Istituto” ha affermato Piero Mastroberardino, presidente Istituto Grandi Marchi, “e per quanto riguarda gli Stati Uniti una recente ricerca realizzata per noi da Wine Monitor - e di cui daremo notizia a breve - l’Italia detiene un market share del 32% a valore. Fra i dati più significativi, è interessante notare una crescita in valore di oltre il 20% negli ultimi 5 anni (2016/11) del vino italiano, crescita significativa in quanto sostenuta dall’aumento del prezzo medio”.

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