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Commissione Europea: produzione enoica in calo in Italia (-21%), Francia (-17%) e Spagna (-16%). Ma il presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella si prospetta dati ancora peggiori: “per gli enologi europei la produzione è in calo, ovunque, del 25%”

La campagna 2017 è destinata, a modo suo, a rimanere a lungo nella mente dei vignaioli, non solo italiani, ma di tutta Europa, perché una vendemmia tanto misera, in termini puramente quantitativi, non si vedeva da decenni. E adesso lo certificano anche i dati, ancora preliminari, presentati dai Paesi membri alla Commissione Europea, che testimoniano come gelate primaverili e siccità estiva abbiano tagliano drasticamente le stime della produzione di vino. In Italia la riduzione è stimata nel -21% sul 2016, ma potrebbe rivelarsi persino peggiore, perché alla fine della ricognizione tra tutti i territori enoici del Belpaese di Assoenologi, si parla di “un calo produttivo del -24%, e non è detto che alla fine si riveli ancora peggiore”, come racconta a WineNews il presidente Assoenologi Riccardo Cotarella.

E se quello italiano, in termini percentuali, è il calo più netto, non va troppo meglio alla Francia, perché il -19% dichiarato dal Ministero dell’Agricoltura (dato peggiore del -17% di cui parla invece il documento della Commissione Europea, ndr) dopo le ultime rilevazioni si traduce in una produzione che, così, dovrebbe attestarsi a 36,9 milioni di ettolitri, il 18% in meno della media degli ultimi 5 anni. “Anche in Francia - riprende Cotarella - i numeri dei colleghi dell’Associazione degli enologi Francesi presieduta da Serge Dubois sono peggiori, e parlano di un calo previsto nell’ordine del -25%”. Le condizioni meteo favorevoli di fine stagione, insomma, non hanno inciso su crolli ampiamente previsti, specie a Bordeaux, dove non si andrà oltre i 3,7 milioni di ettolitri, il 45% in meno del 2016, e non se la passa meglio l’Alsazia (-30%), “senza dimenticare la Languedoc-Roussillon - continua il presidente Assoenologi - bacino produttivo fondamentale della viticoltura di Francia, in forte calo”. Alla fine, solo il Beaujolais, tra i territori più importanti, potrebbe crescere, del 4% sul 2016, in linea con la media degli ultimi anni.

E la Spagna? I numeri della Commissione parlano di un calo produttivo del 16%, ma anche qui, secondo gli enologi iberici, “si arriverà ad un -24%. in linea con quanto registrato in Francia ed Italia - conclude Cotarella - Paesi soggetti alle stesse identiche dinamiche che, in un modo o nell’altro, hanno colpito tutti allo stesso modo, specie nei territori più caldi”. Ad esempio, come si legge nella nota della Direzione generale agricoltura della Commissione Europea, nella regione spagnola della Castilla-la-Mancha, si prevede un calo del 19% sullo scorso anno, mentre in Sicilia si stima addirittura un -35%. A livello Ue, la vendemmia di quest’anno è prevista a circa 145 milioni di ettolitri, ossia circa 22 milioni di ettolitri in meno del 2016, e pari al -14% e a 5,5 milioni di ettolitri in meno della campagna 2012-2013, che risultò già particolarmente povera. In Italia, sempre secondo le stime di Bruxelles, da prendere ancora con le molle, e destinate, con ogni probabilità, ad essere riviste al ribasso, la produzione complessiva si dovrebbe attestare a 40 milioni di ettolitri, contro i 36,9 della Francia, confermando così il primato del Belpaese.

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