Wine Intelligence: anche Robert Parker sbaglia, il sughero è ancora la chiusura leader per le bottiglie di vino, e tra i wine lovers di Uk ed Usa, nonostante un calo di popolarità, continua ad essere preferito al tappo a vite ed a quello in silicone

Avventurarsi in previsioni, specie quando si parla di vino, può rivelarsi un esercizio rischioso, perché abbagli o errori di valutazione sono letteralmente dietro l’angolo. Un esempio? L’analisi che fece nel 2004 il guru dei wine writer, Robert Parker, sul mondo delle chiusure, secondo cui entro il 2015 i tappi in sughero non avrebbero più chiuso la maggior parte delle bottiglie di vino, superati, inevitabilmente, dai tappi a vite e dai tappi in silicone. E invece, come racconta “Wine Intelligence”, nonostante un calo importante, la quota dei tappi in sughero resiste al 61% (ma era al 78% nel 2006, ndr), con i tappi a vite, marginali appena dieci anni fa, quando valevano il 5% del mercato, che oggi chiudono una bottiglia su 4 (26%), mentre si arresta la corsa dei sintetici, passati dal 17% del 2006 al 13% odierno.

Al centro delle previsioni di Parker, in effetti, c’erano dinamiche reali, come l’imprevedibilità dell’evoluzione dei vini tappati con il sughero, l’endemico problema del Tca (il fatidico tricloroanisolofungo, di cui è responsabile un fungo parassita della quercia da sughero, e responsabile dell’odore di tappo), ma anche la percezione dei consumatori che, in effetti, è cambiata molto negli anni. In Gran Bretagna, ad esempio, se il sughero raccoglieva, nel 2007, il favore del 55% dei consumatori, oggi la sua popolarità è scesa al 45%, mentre quella dei tappi a vite è passata dal 30% al 39%, con i tappi in silicone stabili a poco meno del 20%. Diverso l’andamento nell’altro grande mercato del vino mondiale, gli Stati Uniti, dove il sughero va ancora abbondantemente per la maggiore: apprezzato dal 65% dei wine lovers nel 2007, oggi è ancora al 61%, seguito dallo screw-cap al 32%, in forte crescita dal 19% del 2007, tanto da superare, ma di poco, il tappo in silicone, anche lui in crescita, dal 25% del 2007 al 31% di oggi.

Info: www.wineintelligence.com