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Il valore medio delle uve, nel Prosecco, è passato da 50 centesimi al chilo del 2008 a 1,17 euro al chilo del 2016: una crescita da difendere, anche nelle annate difficili. Zanette (presidente Consorzio Prosecco): “fondamentale l’accordo di filiera”

Nel 2008 il valore medio delle uve Glera atte a Prosecco veniva negoziato a 50 centesimi/kg e il vino base a 1,06 euro al litro, ma a partire dal 2014 si registra un grande aumento della domanda, ben oltre ogni previsione, con il Prosecco che “sfonda i mercati” tanto da spingere le quotazioni delle uve, nel 2015, a 1,10 euro/kg, con il prezzo del vino base a 1,75 euro al litro, fino ad arrivare a 1,17 euro/kg e 1,87 euro al litro nel 2016. Ecco il panorama economico della filiera del Prosecco, una dinamica positiva che ha avuto effetti benefici sull’intera filiera, analizzata nel convegno “I Numeri del Prosecco - Ricaduta economico-sociale di un’eccellenza del Nord Est”, illustrato da Federico Callegari della Camera di Commercio di Treviso, esaminato dal professor Vasco Boatto dell’Università di Padova e commentato da Stefano Zanette, presidente del Consorzio Prosecco Doc, che mette l’accento sulla necessità di un accordo di filiera che venga rispettato da tutti i player, così da garantire un futuro di crescita alla denominazione, specie di fronte ad una raccolta come quest’ultima, tra le più difficili e scarse degli ultimi anni.
“La vendemmia che si è appena conclusa non è delle più abbondanti, ma abbiamo conosciuto altre vendemmie avare e bisogna tenere duro - spiega Zanette - perché i dati dai noi raccolti nelle aziende, confermano che il raccolto di quest’anno sarà sufficiente per giungere a congiuntura con la prossimi vendemmia. Mi appello a tutti gli operatori del settore invitandoli a comportamenti responsabili per garantire un futuro alla nostra Denominazione. Se i prezzi si alzano troppo, il rischio reale è che il mercato ci giri le spalle già dall’anno prossimo. In linea con quanto raccomandato dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia, lo scorso luglio siamo riusciti a far approvare all’Assemblea generale dei Soci l’accordo di filiera: ora è di fondamentale importanza che i soci vi si attengano”. Un monito, quello del presidente del Consorzio Prosecco, che segue la difesa delle bollicine venete (e friulane) da quelli che definisce “i continui attacchi a mezzo stampa: c’è chi ci accusa perché i nostri contadini prendono troppi soldi per le uve e chi ci disapprova rivelando grave impreparazione per i prezzi troppo bassi del Prosecco allo scaffale. Dobbiamo andare oltre perché sono tante le sfide che stiamo affrontando per garantire un futuro alla nostra denominazione. Sul fronte della sostenibilità - rivendica Zanette - abbiamo fatto da apripista con iniziative molto concrete che ci sono valse il plauso di Legambiente, ma tanto resta da fare per blindare il successo di questa denominazione”.

“Tutte le soluzioni adottate finora dal Consorzio - spiega il professor Boatto - hanno dimostrato sensatezza ed efficacia: adozione della fascetta di Stato, blocco impianti, stoccaggio, riserva vendemmiale hanno contribuito in maniera determinante al successo che il Prosecco oggi vanta nel mondo. Ora l’urgenza è di bloccare la corsa al rialzo per garantire quella stabilità dei prezzi che il mercato internazionale richiede. L’unica soluzione a disposizione nell’immediato è l’accordo di filiera. Tale strumento, da adottare per il prossimo triennio, da qui fino al 2019 è previsto dalla normativa comunitaria che consente di definire relazioni contrattuali capaci di stabilizzare il prezzo al fine di evitare deleterie speculazioni”.

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