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Si consolida la ripresa delle importazioni enoiche in Cina: ad agosto hanno varcato la Muraglia 474 milioni di litri (+15,76%) per 1,46 miliardi di Euro (+8,48%), e l’Italia va ancora il quarto posto in valore (+17%/+18% nei primi sei mesi)

Con il passare dei mesi, sembra proprio che l’Asia si sia riappropriata del suo ruolo di motore della crescita del commercio enoico globale, capitanata da un peso massimo economico e geostrategico chiamato Cina: secondo i più recenti dati rilasciati dalla China Association of Imports & Export of Wine & Spirits (https://goo.gl/MzxuQE), nei primi 8 mesi 2017, ben 4,74 milioni di ettolitri di vino hanno varcato i confini dell’Impero di Mezzo (+15,76% in volume), per un valore complessivo pari a 1,465 miliardi di Euro (+8,48%).
Una crescita che stimola anche la fiducia verso un ulteriore exploit dell’Italia del vino, che, nel primo semestre 2017, aveva messo a segno una crescita del 17% in volume, a 15 milioni di litri, e del 18,2% in valore, accorciando le distanze con il detentore del quarto posto, ovvero la Spagna.
L’imbottigliato detiene al momento una quota delle importazioni pari a poco meno del 92%, ed è cresciuto del 12,6% circa anno su anno, arrivando a un controvalore totale di 1,33 miliardi di Euro - e sebbene il predominio della Francia rimanga assoluto, con una quota di mercato monstre del 42,5% nell’imbottigliato, il prezzo medio del vino d’Oltralpe in Cina è sceso di ben il 12,7%, a 4,08 Euro al litro.

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