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Affari tra i vigneti di Francia: Louis Jadot cresce in Borgogna con Domaine Prieur-Brunet de Santenay, Christian Moueix a Bordeaux con Clos La Madeleine e Château Magnan La Gaffelière e nel Beaujolais Château de La Chaize passa di mano dopo 3 secoli

Nell’epoca dei capitali sempre più accentrati, del ricambio generazionale per molte realtà del vino, e di una tendenza all’accorpamento delle proprietà sempre più evidente, continua anche in Francia la raffica di cambiamenti di proprietà, che coinvolgono anche nomi importanti.
Secondo “Les Echos”, per esempio, la maison Louis Jadot, già in controllo di 210 ettari in Borgogna
con realtà come Domaines Louis Jadot e Heritiers Louis Jadot, Domaine Duc de Magenta e Gagey, Domaine Ferret nel Fuissé e Chateaux des Jaques nel Beaujolais (www.louisjadot.com), avrebbe acquistato anche lo storico Domaine Prieur-Brunet de Santenay, realtà che comprende altri 18 ettari di vigneto tra Chassagne-Montrachet, Meursault e Pommard (https://goo.gl/3VMg1L).
Come riporta “Wine Spectator”, invece, il celebre produttore e negociant Christian Moueix, alla guida di un gruppo tra i più importanti di Bordeaux (con proprietà come Château Trotanoy, Espérance de Trotanoy, Château La Fleur-Pétrus, Château Hosanna, Château Latour à Pomerol, Château La Grave, Château Lafleur-Gazin, Château Lagrange, a Pomerol, e Château Bélair-Monange e Annonce de Bélair-Monange a Saint-Émilion, senza dimenticare le proprietà in Napa Valley, come il mito Dominus, oltre a Napanook, Othello e Ulysses, www.moueix.com), dopo aver acquistato già in luglio il prestigioso Clos La Madeleine (https://goo.gl/rLR8MH), ora ha acquisito dal gruppo finanziario Société Générale anche Château Magnan La Gaffelière, entrambe a Saint-Émilion. Due affari importanti, le cui cifre, evidentemente milionarie, non sono state rese note, ma che confermano che la vivacità delle compravendite nei territori più importanti del vino mondiale è bel lungi dall’affievolirsi.
Tornando in Borgogna, ma in una sottozona decisamente meno avvezza ai grandi investimenti, quella del Beaujolais, fa invece rumore il passaggio di mano di una delle griffe storiche, Château de La Chaize: per la prima volta dalla sua fondazione, nel 1670, la proprietà non sarà più della famiglia La Chaize, che ha ceduto l’immensa proprietà, 250 ettari di cui ben 99 vitati, tutti a Gamay, con il 50% dei filari che ha più di 40 anni, al gruppo di costruzioni di Lione Maïa Groupe, azienda controllata dalla famiglia Gruy, per una cifra ancora sconosciuta e difficile da calcolare (il prezzo medio ad ettaro è di 65.000-75.000 euro, ma per proprietà, mediamente, di 8 ettari). Château de La Chaize, come ricorda il portale francese “Terre de Vins” (www.terredevins.com), produce l’8% dell’intera denominazione del Brouilly, oltre a vantare la superficie vitata più grande per un singolo Château in tutta la Borgogna, ma è l’aspetto architettonico che lo rende davvero unico: progettato dallo stesso architetto della Reggia di Versailles, il maestro del Barocco francese Jules-Hardouin Mansart, è diventato ufficialmente monumento nazionale nel 1972.

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