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Dalle origini alla sua biodiversità, dalle sue capacità di adattamento a clima e territori, al mercato: il Sangiovese ha la sua prima Summer School di “Sanguis Jovis - Alta Scuola del Sangiovese”, di Fondazione Banfi, da oggi a Montalcino

Dalle origini alla sua biodiversità, analizzate anche attraverso la genetica, ai suoi territori e paesaggi, passando per le sue capacità di adattamento a situazioni e climi diversi, fino al mercato: sotto tutti questi punti di vista sarà analizzato e studiato il vitigno principe del Belpaese, il Sangiovese, che copre quasi il 10% del Vigneto Italia, al centro della Summer School “Sanguis Jovis - Alta Scuola del Sangiovese” n. 1, promossa dalla Fondazione Banfi, di scena dal 25 al 29 settembre nella patria più nobile del vitigno, Montalcino (https://goo.gl/Wbrk5X).

Una prima edizione incentrata sul Sangiovese, perchè, come spiegato dal presidente di Sanguil Jovis, il professor Attilio Scienza a WineNews, “partendo da Montalcino terra del Brunello non poteva essere altrimenti, e poi vista l’importanza del Sangiovese per la viticoltura Toscana ed italiana, l’obiettivo è quello di creare un metodo di conoscenza intorno a questo grande vitigno, per poi utilizzarlo per studiarne molti altri”. E così, da oggi, 20 studenti selezionati (10 studenti neolaureati e 10 professionisti del settore) si incontreranno con docenti di alto livello, wine maker e produttore, per sviscerare passato, presente e futuro, dalla vigna al mercato, de “I profili del Sangiovese in Toscana”.

“Apriamo l’attività di un centro studi che aspira a divenire un riferimento scientifico di rango mondiale sul Sangiovese e, più ampiamente, sul vino di qualità. Sanguis Jovis vuole innovare il pensiero del vino, attraverso un’attività di education fondata su progetti di ricerca e formazione originali e rigorosi. Su tutto, un mantra: multidisciplinarità e condivisione di esperienze fra professionisti, ricercatori e giovani discenti” afferma il professor Alberto Mattiacci, direttore scientifico di Sanguis Jovis.

“La genetica, l’origine, la biodiversità del Sangiovese”, “I territori, la geologia, le peculiarità pedo-paesaggistiche”, “Le risposte adattative del Sangiovese agli ambienti di coltivazione”, “Cambio climatico, sostenibilità e innovazione genetico-agronomica”, “Produzione e mercato: nuovi approcci di conoscenza”, sono solo alcuni dei temi che saranno toccati da docenti come Giusi Mainardi, Manna Crespan, Lucio Brancadoro, Paolo Storchi, Valeria Fasoli, Edoardo Costanti, Francesco Lizio, Mario Pezzotti, Simone Orlandini, Luigi Mariani, Luca Toninato, Giovan Battista Mattii, Riccardo Velasco, Claudio D’Onofrio e Fabio Babiloni, a cui si affiancheranno le esperienze ed i confronti di enologi come Rudi Buratti, Cistian Scrinzi, Vittorio Fiore, Leonardo Bellaccini e Paolo Vagaggini, tutti specializzati nelle discipline coinvolte.
“La Fondazione Banfi è nata nel 1986 per promuovere, diffondere e valorizzare la cultura, lo studio e la ricerca dedicate al vino in tutte le sue forme. Grazie ai piccoli progetti portati avanti negli anni, oggi abbiamo la maturità necessaria per un progetto più grande, relativo a qualcosa che non c’era: un centro studi sul Sangiovese”, ha commentato il Presidente della Fondazione Banfi, Rodolfo Maralli. E questo, è solo il primo step: “a breve sarà pubblicato il bando per l’ammissione alla prima edizione della Winter School, che si svolgerà a marzo 2018. Al centro del corso sarà sempre il Sangiovese, proiettato in un mercato globalizzato in cui la digitalizzazione diviene strumento necessario per la sua diffusione e conoscenza”.

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