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Nella Francia che beve meno tornano di moda i nègociant, gli unici capaci di soddisfare la curiosità dei wine lover d’Oltralpe. Che per informarsi si affidano sempre di più al web: sul podio delle “fonti” Wikipedia, blog e YouTube

Bere meno, bere meglio. Slogan trito e ritrito, ma sempre di gran moda in Francia, dove il calo dei consumi enoici è una costante con cui dover fare necessariamente i conti, ma la caduta non è poi così dolorosa, perché il vino, da alimento fondamentale della dieta quotidiana, è diventato qualcosa di più. Di più sofisticato, di più complesso e, perché no, di più interessante. Almeno per i wine lovers francesi che, come racconta il report di Wine Intelligence “France Landscape 2017” (www.wineintelligence.com), sono sempre più attratti dalla voglia di assaggiare e conoscere vini diversi, come hanno dichiarato il 55% degli intervistati (erano io 47% nel 2014). Si spiega anche così la ritrovata popolarità dei négociant, cui si rivolge il 41% dei consumatori di vino di Francia (erano appena il 33% tre anni fa), perché è l’unico canale che può garantire un’offerta abbastanza varia e profonda da soddisfare curiosità e voglia di novità, guidati da personale esperto e consapevole.
Ci sono poi cambiamenti inevitabili, legati più a questioni generazionali che a veri e propri trend: non sorprende, ad esempio, il solco, profondo, che divide Millennials e Baby Boomers, con il 44% dei wine lovers tra i 25 ed i 34 anni che vedono nel web e nei social media una fonte importante di informazione, percentuale che scende al 20% tra gli over 50. Tra le fonti considerate più attendibili, sul web, al primo posto c’è Wikipedia, seguita dai blog dei professionisti del settore e dai video di YouTube. L’uso che viene fatto dei social media, invece, è principalmente passivo: il 30% di chi frequenta blog e social si limita a leggere le opinioni altrui, senza interagire, mentre solo un 15% dei wine lovers francesi condivide foto o post dei propri assaggi.

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