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Il vino ancora protagonista al cinema: “Finché c’è Prosecco c’è speranza”, il nuovo film di Antonio Padovan, vede l’ispettore Stucky risolvere casi di omicidio che si intrecciano con la storia e la tradizione vitivinicola della campagna veneta

Non più solo in cene e degustazioni, il vino è da tempo un vero e proprio protagonista nelle trame del grande schermo: da Hollywood a Cinecittà, sempre più film intrecciano storie d’amore e thriller con il mondo del nettare degli dei. E lo fa anche il regista italiano Antonio Padovan con il suo “Finché c’è Prosecco c’è speranza”, in uscita nelle sale cinematografiche ad ottobre. Il film, tratto dall’omonimo romanzo di Fulvio Ervans, vede il neo - ispettore Stucky, metà persiano e metà veneziano, appena promosso, impacciato ma pieno di talento, risolvere una serie di omicidi con un unico sospettato: un morto, il conte Desiderio Ancillotto, grande vignaiolo che pare essersi tolto la vita inscenando un improvviso e teatrale suicidio. Ambientato nella campagna veneta, tra le colline del Prosecco, il giallo si intreccia con la battaglia per la difesa del territorio e delle bollicine che anima bottai, osti, confraternite di saggi bevitori: Stucky intuisce presto che la soluzione dei delitti passa attraverso il modo di vedere la vita, e la vite, del conte Ancillotto.
Solo l’ultimo di una lunga serie di “film enoici” che hanno incantato e appassionato milioni di movie (e wine) lovers: da “A Good Year” di Ridley Scott, con un Russel Crowe nei panni di un vigneron in Provenza, a “Mondovino” di Jonathan Nossiter, che introduce l’impatto della globalizzazione sulle regioni produttrici di vino e in particolare dell’influenza del critico Robert Parker e dell’enologo Michel Rolland nel definire e imporre uno stile internazionale comune, da “Sideways - In viaggio con Jack”, diretto da Alexander Payne, interpretato da Paul Giamatti e Thomas Haden Church, e basato sull’omonimo romanzo del 2004 di Rex Pickettcon, a “Bottle Shock”, la storia del famoso “Giudizio di Parigi” vissuta da una delle aziende protagoniste della Napa Valley, Montelena Winery, con la regia di Randal Miller ed Alan Rickman nei panni di Steven Spurrier. Del resto, il numero dei wine lovers, in Usa come nel resto del mondo, è talmente grande da meritare, anche in termini commerciali, un vero e proprio sottogenere.

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