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Crolla la produzione di vino prevista per il 2017 (-26%) ma siamo leader del vino bio: crescono le vigne nel 2016 (+23,8%) e cresce la domanda interna (+34%) ed estera (+40%). Coldiretti dà un anticipo sui dati Ismea e Nomisma per il Sana (Bologna

In controtendenza al crollo generale della produzione di vino in Italia tiene solo quello biologico grazie all’aumento esplosivo del 23,8% delle vigne “al naturale” nel 2016. Negative invece le previsioni per la vendemmia 2017, che contano su 40,02 milioni di ettolitri di vino, con una riduzione del 26% rispetto ai 54 milioni indicati dall’Istat nel 2016. Lo afferma la Coldiretti, sulla base dei dati Sinab, che saranno presentati dall’Osservatorio del Vino e Ismea per il Sana 2017, il Salone internazionale del biologico e del naturale (8/11 settembre, Bologna).
Con oltre 103.000 ettari coltivati, l’Italia conquista così la leadership mondiale per incidenza delle vigne biologiche sul totale, per effetto di una crescita vertiginosa spinta dall’aumento straordinario della domanda: le vendite in Italia sono state pari a 275 milioni di euro (+34%) e le esportazioni hanno raggiunto i 192 milioni di euro (+ 40%) nel 2016, secondo Nomisma. Si tratta di un altro capitolo della decisa svolta qualitativa che ha permesso al Belpaese di cogliere le nuove opportunità che vengono dal mercato e di conquistare i vertici mondiali.
La domanda del vino italiano all’estero vola: l’aumento del 6% in valore nei primi cinque mesi 2017, fa registrare il record storico sul 2016, quanto erano stati raggiunti su base annuale i 5,6 miliardi di euro, secondo elaborazioni Coldiretti. Si mantiene comunque il primato produttivo mondiale davanti alla Francia dove le prime stime per il 2017 danno una produzione in forte calo sul 2016 a causa delle gelate tardive, per un totale stimato attualmente tra i 36-37 milioni di ettolitri. E non va meglio neanche in Spagna, dove a ridurre la produzione, oltre ad alcune zone colpite dalle gelate tardive, è la siccità che sta mettendo a dura prova i viticoltori.
Buone notizie quindi, nonostante le anomale condizioni climatiche 2017 (con un inverno asciutto e più mite, un precoce germogliamento della vite che ha favorito danni da gelate tardive, ma anche siccità persistente e episodi localizzati di grandinate), che per la vendemmia potrebbero significare complessivamente un minimo storico nazionale degli ultimi 50 anni. Inoltre, sempre per effetto del caldo e della siccità, si classifica, con un anticipo di circa dieci giorni rispetto allo scorso anno, come la più precoce dell’ultimo decennio. Dal punto di vista qualitativo, se non ci saranno sconvolgimenti, si prevede che la produzione made in Italy sarà destinata per oltre il 40% ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30% ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% a vini da tavola. Dalla vendemmia in Italia si attiva un motore economico che genera oltre 10,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che da opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone. La ricaduta occupazionale riguarda sia per le persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio. Secondo una ricerca di Coldiretti, per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben 18 settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro.

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