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Tra vendemmia scarsa e cantine da svuotare per far spazio ai nuovi prodotti, la situazione dei prezzi fotografata da Ismea nell’analisi WineNews: crescono i vini comuni, e denominazioni top, Brunello di Montalcino tra rossi e Gavi tra bianchi

Italia
La situazione dei prezzi, fotografata da Ismea, nell’analisi WineNews

Con la scarsa produzione prevista per la vendemmia 2017, sarebbe lecito aspettarsi una certa crescita generalizzata dei valori dei vini italiani. Eppure, questo è anche un periodo in cui molte cantine si trovano con l’esigenza pratica di dover fare posto alla nuova produzione, magari trovandosi anche a vendere il prodotto che hanno a prezzi più competitivi del solito.
Fatto sta che in Italia emerge una situazione assai variegata, almeno guardando alle rilevazioni di Ismea, per quanto parziali, aggiornate ad agosto 2017 (prezzi prezzi alla produzione dell’ultima annata in commercio, franco magazzino produttore, e Iva esclusa, calcolati su medie statistiche, che possono differire in parte, in più o in meno, dalle reali quotazioni riscontrate dagli operatori sul mercato, dove poi giocano molti fattori, dalla qualità delle partite ai rapporti tra le parti e così via, ndr).

Sul fronte dei vini comuni, per esempio (www.ismeamercati.it/vino), qualche aumento si registra sia per i bianchi (+6,4% sul 2016, a 3,35 euro ad ettogrado) che per i rossi (+1,6%, a 3,56 euro ad ettogrado).

Tra le grandi denominazioni bianchiste del Belpaese, per cui la vendemmia è già in fase assai avanzata in un 2017 difficile e precoce un po’ ovunque, spiccano, tra i dati Ismea, le quotazioni del Gavi e del Cortese di Gavi, a quota 275 euro a quintale, con una crescita del 10% su agosto 2016. In aumento anche il Prosecco Doc, a 187,5 euro al quintale (+4,2%), seguito dall’Arneis del Roero a 170 euro, stabile; schizzano le quotazioni del Marsala: +24,1%, a 167,5 euro e stabili sono i prezzi del Moscato d’Asti, a 160 euro al quintale.
Tra i rossi, invece, al top c’è il Brunello di Montalcino, quotato 1.010 euro a quintale, in crescita del 12,8% sul 2016, seguito dal Barolo, stabile a 820 euro, e dal Barbaresco, a 535 euro, in aumento del +11,5%. Tra i vini più quotati, rilevati ad oggi da Ismea, anche il Nebbiolo d’Alba, stabile a 285 euro a quintale, così come il Valpolicella, a 250 euro.

Ma il quadro generale, nel complesso, è assai differenziato, con una situazione che vede tanti vini in crescita ed altrettanti in calo, e un’incertezza che sembra destinata a perdurare ancora, finchè questa vendemmia anomala, che divide e fa discutere, non sarà davvero alla fine.

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