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Vendemmia, “situazione indecifrabile sul fronte dei prezzi. Ci si aspettano aumenti, ma ad oggi sono inquantificabili”. Così, a WineNews, Daniele Simone, ad Schenk Italian Wineries (che chiude il primo semestre 2017 in netta crescita)

Italia
Daniele Simoni, ad Schenk Italian Wineries, la “filiale” italiana del gruppo vinicolo multinazionale

“È un anno estremamente complicato. Per il momento, anche se è chiaro ed evidente che ci sarà meno produzione, non si è ancora capito dove si andrà a parare sui prezzi. Al di là di qualche tentativo speculativo di singoli, soprattutto su Prosecco e Pinot Grigio, la produzione sia cooperativa che privata, in sostanza non ha fatto basi di prezzo, ed è la prima volta che succede questo, un’annata così difficile da leggere è la prima volta che mi capita”.
Parole chiare, a WineNews quelle di Daniele Simoni, ad Schenk Italian Wineries, la “filiale” italiana del gruppo vinicolo multinazionale, con base a Ora, che può vantare 3.500 ettari vitati di proprietà e più di 15 cantine tra Svizzera, Francia, Italia e Spagna, oltre a joint venture nel Regno Unito, in Germania, nel Benelux ed in Argentina, che lavora 600.000 ettolitri di vino all’anno, con una produzione annuale intorno ai 53 milioni di bottiglie (350.000 al giorno), per vendite complessive di 70 milioni di bottiglie.

Di certo, da questa vendemmia, ci si aspetta molta meno quantità di vino (Assoenologi parla di 41,1 milioni di ettolitri, -24% sul 2016, ma la stima andrà probabilmente rivista a ribasso, ndr), e la logica conseguenza sarebbe di aspettarsi un incremento dei prezzi del prodotto finale.
“Io credo che un incremento dei prezzi ci sia da aspettarselo, ma al momento non è quantificabile. Poi, ovviamente, in ogni territorio la situazione è diversa - spiega ancora Simoni, a WineNews - ed è chiaro anche che ci sono dinamiche diverse anche a seconda delle caratteristiche delle denominazioni. Di certo quelle che imbottigliano e mettono sul mercato subito i vini dell’annata avranno movimenti maggiori rispetto a quelle che magari prima di far uscire la vendemmia sul mercato devono attendere anni da disciplinare. Oggi, l’unica evidenza è sui vini da tavola di primo prezzo, per i quali si registrano già incrementi del 70% rispetto alla vendemmia 2016. In ogni caso, l’andamento climatico di quest’anno ha messo in difficoltà la produzione agroalimentare di tutta Europa, quindi non solo quella del comparto vitivinicolo. Si tratta, però, di un problema circoscritto ai volumi, non alla qualità, che siamo riusciti a mantenere ad alti livelli grazie ad interventi tempestivi ed alle importanti escursioni termiche che ci hanno aiutato a preservare l’integrità dell’uva nonostante il caldo precoce”.
Inoltre, aggiunge l’ad Schenk Italian Wineries, “si potrebbero aprire diversi scenari per il consumatore: il decremento del prodotto a livello europeo potrebbe causare un aumento generalizzato del prezzo dei vini, con conseguente calo dei consumi o ricerca di un nuovo prodotto simile ma più conveniente. Possibili altri problemi al comparto potrebbero venire dall’export: i prodotti italiani, a causa dell’euro forte, potrebbero essere “attaccati” dalla concorrenza estera dell’Est Europa o della California per i vini bianchi; dell’Australia, Sud Africa o Sud America per i vini rossi. Noi siamo però molto ottimisti, e confidiamo che il consumatore rimarrà fedele alla qualità, riconoscendo e premiando le nostre scelte”.
Scelte che, sul mercato, sembrano pagare: “i dati del primo semestre 2017 ci consegnano un ottimo quadro complessivo della nostra realtà, rafforzando la valenza del percorso intrapreso fino ad ora che ha fatto della qualità e del legame territoriale i due assi imprescindibili su cui muovere ogni passo. Il nostro gruppo è cresciuto a doppia cifra, sia in termini di ricavi che di export, confermando il trend già registrato nel 2016 e il posizionamento di Schenk Italian Wineries nel settore vinicolo italiano e internazionale”. Al 30 giugno 2017, i ricavi consolidati del gruppo sono pari a 54,7 milioni di euro, a +15% sullo stesso periodo dell’esercizio 2016. In netta crescita anche il numero delle bottiglie vendute (+4%), che raggiungono quota 26,7 milioni di unità, e molto significativi i dati dell’export (+26%), pari a 33,4 milioni di euro.

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