02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La domanda mondiale di vino cresce, l’Italia anche, ma meno della media e dei competitor, Francia in Primis. Mentre in valore, per la prima volta, la domanda della Cina supera la Germania. Così l’Osservatorio Paesi terzi by Business Strategies

Italia
Cresce il mercato del vino nel mondo, Italia corre ma meno dei competitor, e Cina supera Germania, così Osservatorio Business Strategies

La buona notizia è che la domanda mondiale di vino continua a crescere. Quella meno positiva è che il Belpaese segue il trend, ma viaggia più lento rispetto alla media e ad alcuni competitor, anche negli Stati Uniti, sua storica roccaforte delle esportazioni dove ora, in valore, è tallonata dalla Francia. Tutto questo mentre, per la prima volta, la domanda della Cina, in termini di valore, supera quella della Germania. Sono gli atout delle ultime rilevazioni dell’Osservatorio Paesi terzi a cura di Business Strategies.

“Continua a crescere la domanda mondiale di vino con i 7 principali Paesi esportatori (che rappresentano oltre l’80% del mercato) che traguardano il primo semestre 2017 con un valore complessivo delle esportazioni pari a quasi 11 miliardi di euro - commenta Silvana Ballotta, ceo di Business Strategies, relativamente agli ultimi aggiornamenti sull’export del vino italiano, il primo prodotto del food&beverage made in Italy con un saldo commerciale attivo di circa 5,3 miliardi di euro l’anno - in aumento dell’8,8% sullo stesso periodo 2016. E soprattutto grazie all’exploit della Francia (+13,3%) il blocco europeo dei produttori storici mantiene i tre quarti delle vendite globali. L’Italia vince sul 2016 (+6,8%, stima Nomisma) ma la sua crescita è inferiore alla media degli altri Paesi (+8,8%) e in questo contesto il sorpasso senza precedenti della domanda cinese su quella tedesca la dice lunga su dove dovrebbero essere rivolti i nostri obiettivi di mercato”.

Le ultime rilevazioni dell’Osservatorio Paesi terzi a cura di Business Strategies comparano poi le performance dei 7 top exporter mondiali nei top 8 mercati di importazione (Stati Uniti, Regno Unito, Cina, Germania, Canada, Giappone, Svizzera e Russia). Ciò che emerge è la vivacità della domanda, non solo di quella orientale - che ha registrato quest’anno l’aggancio e il sorpasso cinese sui consumatori tedeschi (1,149 miliardi di euro nel semestre, contro 1,137 miliardi di euro di acquisti tedeschi) - ma anche degli Stati Uniti, primo importatore mondiale con una crescita del 10,2% a/a. In stagnazione invece le importazioni dai principali buyer europei (Germania -2,3%; Regno Unito -1%).

E proprio gli Stati Uniti rappresentano più degli altri le gioie e i dolori del prodotto enologico italiano, che si conferma in testa alle vendite ma che segna una crescita dimezzata (+5,4%) rispetto al trend import degli Usa (+10,2%). In particolare nei primi sei mesi in esame la Francia (che viaggia a velocità quadrupla rispetto al Belpaese) ha recuperato all’Italia quote per un valore di oltre 105 milioni di euro e ora tallona l’Italia a 36 milioni di euro di distanza (828,3 milioni di euro il risultato italiano tra gennaio e giugno, 792,2 quello francese). Sul fronte orientale, fa ben sperare il dato in Cina (+21%, contro una media del +7,9%) e Russia (+35,3%), mentre calano le vendite in Giappone (-5,3%) in attesa degli sviluppi dell’accordo commerciale con l’Ue.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli