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“Daily Mail” e “The Guardian” vs. Prosecco, è polemica. “LondraItalia”: “fake news spinta da lobby della birra”. In campo il Ministro delle Politiche Agricole Martina, i presidenti di Fvg e Veneto Serracchiani e Zaia, Coldiretti e “Sistema Prosecco”

Italia
Il Prosecco secondo alcuni dentisti e giornali Uk farebbe male ai denti, e scoppia la polemica con l’Italia

Si può passare da un amore sconfinato, che ha fatto del Regno Unito il primo mercato per il Prosecco (40 milioni di bottiglie stappata nel 2016, ndr), ad una sorta di avversione? In estate, e grazie ad un titolo di giornale che ha scatenato molte polemiche, parrebbe di sì. Pietra dello scandalo un articolo pubblicato da “The Guardian”, a firma di Zoe Willams (https://goo.gl/4UTsM7), dal titolo “Save your teeth - And six other reasons to give up prosecco” (“Salvate i vostri denti - E altre 6 ragioni per abbandonare il Prosecco), a commento di un altro pubblicato sul Daily Mail (https://goo.gl/yi67Qf), titolato “How our prosecco obsession is rotting the nation’s teeth: Dentists issue warning over the sparkling wine’s high sugar content” (“Come la nostra ossessione per il Prosecco sta fancendo marcire i denti di una nazione: i dentisti mettono in guarda sull’alto contenuto zuccherino dello sparkling wine”, citando i pareri di personaggi come il dottor Mervyn Druian, del London Centre for Cosmetic Dentistry, o Damien Walmsley, “scientific adviser” della British Dental Association. E, ovviamente, è scoppiata la polemica, rilanciata dal portale www.londraItalia.com, diretto da Francesco Ragni, secondo cui tutto questo sarebbe una vera e propria “fake news”, costruita su pressione delle lobby della birra inglese (https://goo.gl/ScFLDn). E, chiaramente, è arrivata la risposta italiana, anche a livello istituzionale, tra il serio ed il faceto, che ha visto scendere in campo il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, ed i presidenti delle Regioni che danno vita al Prosecco, quella del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, e soprattutto quello del Veneto, Luca Zaia.
“Caro Guardian, dì la verità: il Prosecco fa sorridere anche gli inglesi! Stop fake news grazie”, ha “cinguettato” su Twitter Martina. “È sicuramente una fake news, per cui chiudiamola qui. Peraltro gli amici inglesi sanno benissimo che dove c’è Prosecco c’è un sorriso, tanto bene che lo celebrano, e lo consumano, ogni giorno di più”, ha tagliato corto Zaia, che ha aggiunto - questo prodotto non ha bisogno di difendersi da simili panzane. Con la Docg di Conegliano-Valdobbiadene (l’unica tale in Italia, le altre sono Doc) il Veneto esprime il massimo della qualità possibile, e il resto lo fanno il mezzo miliardo di bottiglie prodotte e il fatto che oramai da tempo guardiamo lo Champagne dallo specchietto retrovisore”.
“Credo che dopo la Brexit in Gran Bretagna ci sia bisogno di aiutare i cittadini a tornare a sorridere: assunto a dosi moderate, il nostro Prosecco fa miracoli”, ha detto scherzando la Serracchiani. “siamo molto orgogliosi che la nostra regione abbia dato il nome al Prosecco - ha sottolineato la presidente del Friuli - e ne abbia sancito formalmente la qualità a livello internazionale Anche se la vera rivoluzione introdotta dal prosecco è aver avvicinato al vino e alla sua cultura molte persone che assumevano bevande, magari più alcoliche e meno buone, in tutto il mondo. Il Prosecco non teme strane campagne giornalistiche, che penso potranno solo aumentare curiosità e voglia di provare questo “bere italiano”. E da lì cominciare a esplorare un mondo di uve, profumi e sapori che questa vendemmia promette saranno eccezionali”.
“Le affermazioni della stampa inglese si commentano da sole dal punto di vista tecnico, evidentemente parlare di Prosecco, in qual modo lo si faccia, serve ai giornali per far vendere più copie o fare più click sui siti”, ribatte all’Ansa Stefano Zanette, presidente della società Sistema Prosecco che rappresenta i tre Consorzi di tutela del Prosecco (Prosecco Doc, Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg e Asolo Montello Docg).
La butta sul politico-commerciale, invece la Coldiretti, secondo cui la notizia mette in luce il fatto che “con la Brexit si rafforza lo spirito protezionista della Gran Bretagna. Anziché prendersela con le bevande zuccherate e gassate più diffuse - aggiunge l’organizzazione agricola - si attacca strumentalmente un prodotto naturale. Un tentativo maldestro per screditare il Prosecco dopo che la Gran Bretagna è diventata, nel 2016, il primo mercato mondiale di sbocco dello spumante italiano con le bottiglie esportate che hanno fatto registrare un aumento record del 33% per un valore di 366 milioni di euro mai registrato prima. In Gran Bretagna - sottolinea la Coldiretti - sono state spedite il 30% delle bottiglie esportate, in pratica quasi 1 su 3. Una dimostrazione dell’apprezzamento conquistato dalle bollicine italiane anche per l’ottimo rapporto prezzo qualità che ora si cerca di frenare con stravaganti menzogne”. Le esportazioni di Prosecco secondo la Coldiretti nei primi cinque mesi del 2017 hanno fatto infatti registrare un aumento del 12%, mentre la media dei prodotti agroalimentari italiani è rimasta praticamente stabile, “per l’effetto della svalutazione della sterlina ma forse anche un atteggiamento più nazionalista da parte degli inglesi che porta alla sostituzione dei prodotti di importazione. Una delle preoccupazioni dell’uscita dall’Unione Europea della Gran Bretagna dove - conclude la Coldiretti - l’agroalimentare made in Italy ha raggiunto 3,2 miliardi di valore delle esportazioni nel 2016 tra bevande e alimenti”.
Intanto, e forse non a caso visto il suo essere perfetto per i momenti di convivialità dedicato al Prosecco, sta per uscire un film: “Finché c’è Prosecco c’è speranza” (ottobre 2017), un giallo diretto da Antonio Padovan, con protagonista Giuseppe Battiston nei panni dell’Ispettore Stucky, il personaggio creato dallo scrittore Fulvio Ervas, autore del libro da cui è tratta la pellicola girata negli luoghi dove nascono le celebri bollicine, con incursione in Valpolicella per il “Premio Civiltà Veneta” di Masi.

Focus - Il commento dell’esperto: “Niente spazzolino e dentifricio subito dopo il calice di bollicine per evitare di ritrovarsi con un “sorriso da prosecco”, spento e opaco. È il consiglio di Raoul D’Alessio, docente di ortognatodonzia all’Università Cattolica di Roma

Niente spazzolino e dentifricio subito dopo il calice di bollicine per evitare di ritrovarsi con un “sorriso da prosecco”, spento e opaco. È il consiglio di Raoul D’Alessio, docente di di ortognatodonzia all’università Cattolica di Roma, secondo il quale “è vero che il Prosecco può aggredire i denti, ma non è necessario rinunciare all’aperitivo per salvare il sorriso”.
“Tutti gli alimenti acidi e zuccherini sono a rischio - spiega all’AdnKronos Salute commentando l’allarme lanciato dal quotidiano britannico “The Guardian” - ma la soluzione è in una “manutenzione consapevole” dei denti, seguendo i consigli del proprio dentista”.
E la prima regola è proprio non avere fretta a usare lo spazzolino.
Lo smalto dei denti ha infatti il suo momento di massima fragilità dopo l’ingestione di alimenti acidi, quando “nel cavo orale comincia la prima fase della digestione del bolo alimentare, attraverso enzimi contenuti nella saliva. I cristalli di smalto hanno meno protezione - precisa l’esperto - e intervenire con lo spazzolamento e sostanze di detersione rischia di graffiare e rovinare i denti. Dopo aver mangiato o bevuto - precisa D’Alessio - lo spazzolino e il dentifricio devono essere evitati per almeno mezz’ora. Trascorso questo tempo, in maniera naturale, il pH della bocca torna a essere neutro e si può procedere a pulire, in modo meno aggressivo possibile: con spazzolini morbidi (o quelli consigliati dal proprio dentista) e dentifrici delicati”. Subito dopo il pasto “si può sciacquare la bocca con semplice acqua, meglio non gasata. Anche mordere una mela croccante, una carota o del sedano crudi possono aiutare a pulire, con l’azione meccanica consentita dalla loro durezza”.
Promosse anche “le gomme da masticare allo xilitolo, uno zucchero cariostatico”, ma solo per persone che non hanno in bocca protesi o apparecchi, che potrebbero subire danni. “Spesso - aggiunge l’esperto - a “spegnere” il sorriso, rendendo lo smalto opaco, è proprio una maldestra gestione, nel tempo, della pulizia con spazzolamenti energici appena dopo i pasti e l’uso di colluttori non adatti”. Quando il danno è fatto si può ricorrere a prodotti sbiancanti specifici: “oggi sono molto migliorati quelli disponibili sul mercato - evidenzia D’Alessio - ma ogni persona ha caratteristiche diverse ed è meglio chiedere consiglio al dentista curante che conosce le peculiarità del suo paziente”. Se nel frattempo si è arrivati ad avere un ’sorriso da prosecco’, anche in questo caso ci si può rivolgere al dentista.
“Oggi disponiamo di metodologie e sostanze chimiche rigenerative, riequilibranti, protettive che permettono di ridare ai denti brillantezza e lucentezza”, conclude lo specialista.

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