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I vignaioli Fivi pronti alla “disobbedienza civile contro la richiesta di Agea di compilare la dichiarazione di giacenza in cartacea. Una protesta contro un inutile doppione”. Matilde Poggi: “abbiamo fatto richieste, ma nessuna risposta”

Dopo i tentativi di dialogo e concertazione, e nonostante le semplificazioni annunciate più volte, ma spesso rinviate o comunque non ben gradite, nella loro applicazione, a buona parte della filiera, lo scontro tra produttori del Belpaese e burocrazia rischia di passare alle vie di fatto. Con la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (Fivi) che “si prepara alla disobbedienza civile sulla richiesta di Agea di compilare la dichiarazione di giacenza in cartacea. Una protesta contro un inutile doppione”, recita in comunicato dell’associazione che mette insieme 1.100 produttori del Belpaese, guidata da Matilde Poggi.
“Anche quest’anno l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura pretende la redazione del documento che dovrebbe essere consultabile sul portale Sian. I Vignaioli Indipendenti, in data 10 agosto, hanno allora scritto ad Agea chiedendo di rinunciare alla richiesta, ma non hanno ricevuto risposta”, spiega una nota.
“Abbiamo scritto qualche settimana fa ad Agea - dichiara Matilde Poggi - cercando di avere delucidazioni. A nome dei 1.100 Vignaioli Indipendenti Italiani che aderiscono alla nostra associazione chiediamo che l’obbligo di comunicare le giacenze anche in formato cartaceo venga eliminato e che Agea ottenga il dato direttamente dal database del Sian”.

Le aziende Fivi sono aziende familiari, di medie e piccole dimensioni, spesso con limitate risorse economiche o di personale. Con grande sforzo si sono adeguate alla telematizzazione dei registri in cantina nella speranza di procedere verso la semplificazione burocratica promessa.
“Se non riceveremo una risposta che soddisfi le nostre richieste - prosegue Poggi - siamo pronti alla disobbedienza civile, rifiutandoci di fornire in formato cartaceo dati già in possesso della Pubblica Amministrazione”.

Focus - La Fivi (Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti)
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (Fivi) è un’associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla Fivi solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: “Il vignaiolo Fivi coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta”.
Attualmente sono poco più di 1100 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di 11.000 ettari di vigneto, per una media di 10 ettari vitati per azienda agricola. Quasi 80 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale si avvicina a 0,7 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 280 milioni di euro. Gli 11.000 ettari di vigneto sono condotti per il 51% in regime biologico/biodinamico, per il 10 % secondo i principi della lotta integrata e per il 39% secondo la viticoltura convenzionale.

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