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Oemv: nei primi tre mesi 2017 c’è un aspetto che accomuna tre dei principali mercati europei del vino, Gran Bretagna, Germania e Svizzera, il calo delle importazioni. Ma se Svizzera e Uk spendono di più, la Germania adesso preoccupa

C’è un aspetto che accomuna tre dei principali mercati europei del vino, Gran Bretagna, Germania e Svizzera: il calo delle importazioni, almeno in volume, che prosegue anche nei primi tre mesi dell’anno, come raccontano i dati dell’Oemv - Observatorio Espanol Mercado del Vino (www.oemv.es). Pur con le dovute differenze, perché se è vero che in Uk gli acquisti sono scesi del -8% in volume, fino ai 281,4 milioni di litri, in valore la tendenza è opposta, con un aumento della spesa del 9%, a quota 661 milioni di sterline, per un prezzo medio che vola da 1,98 a 2,35 sterline al litro (+18,5%). Anche nell’analisi Oemv, emerge come la crescita della spesa sia legata, essenzialmente, alla svalutazione della sterlina, legata all’uscita di Londra dalla Ue. Dall’Italia all’Australia, che mantengono comunque la loro leadership, tutti i principali partner enoici della Gran Bretagna hanno perso qualcosa in termini di volumi, con la sola eccezione della Nuova Zelanda, mentre la Francia mette a segno l’evoluzione migliore in valore.
Diversa, e decisamente più preoccupante, la tendenza registrata in Germania, dove il calo delle importazioni riguarda, parallelamente, sia i volumi (-4,1%), che nel primo trimestre 2017 scendono a 338,2 milioni9 di litri, che i valori (-4,8%), a 532,4 milioni di euro, con i prezzi medi che non subiscono particolari oscillazioni. In termini di tipologie, la performance peggiore è quella dell’imbottigliato, da cui dipende il dato negativo, con lo sfuso che resiste e gli spumanti che continuano a crescere, trainati dal boom della Spagna: +50% in volume e +44% in valore, dopo la caduta del 2016, che porta le bollicine iberiche, almeno per quantità, al primo posto, davanti ad Italia e Francia. Nel complesso, invece, il leader nelle spedizioni enoiche verso la Germania resta il Belpaese, con una quota di mercato del 40%, davanti a Spagna (per volumi) e Francia (per valori).
Infine, la Svizzera, un mercato tutt’altro che di secondo piano, e che vive una dinamica identica a quella della Gran Bretagna, con le importazioni che, nei primi tre mesi dell’anno, cadono del 4% in volume ma crescono del 7,7% in valore, a 43,7 milioni di litri per 259,8 milioni di franchi, per un prezzo medio che guadagna il 12,2%, a 5,95 franchi al litro. Ma non è andata così per tutti, visto che l’Italia continua a crescere (+4% in valore e volume), mantenendo la prima posizione tra i partner enoici della Svizzera, tallonata dalla Francia, che fa meglio (+5,9% in volume e +23,4% in valore), mentre la Spagna, al terzo posto, registra un vero e proprio crollo: -17,7% in volume e -6,3% in valore. Un calo, quello dei volumi di vino importati dalla Svizzera, che non risparmia nessuna categoria, mentre la crescita dei valori è legata esclusivamente al +10,8% dell’imbottigliato, che rappresenta il 78% di tutto il vino acquistato nel Paese alpino.

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