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Falsi fine wine, ancora un caso, e stavolta nientemeno che nella Napa Valley: il miliardario Jeffrey Gundlach cita in giudizio il merchant Soutirage per avergli venduto non meno di 67 bottiglie poi ritenute contraffatte da un esperto indipendente

Continuano a susseguirsi i casi di truffe, vere o presunte, nel mondo dei vini da investimento: l’ultimo caso arriva, come riportato da “Wine Spectator”, dalla California, dove Jeffrey Gundlach, fondatore di una società di consulenza finanziaria chiamata DoubleLine Capital, ha citato in giudizio il merchant Soutirage, attivo dal 2007 e con una lista clienti che include, tra gli altri, il World Economic Forum di Davos e il Museo parigino del Louvre.
Gundlach, cliente di Soutirage dal 2012, ha deciso nel corso del 2015 di far esaminare i suoi acquisti da un esperto indipendente, e il parere è stato impietoso: non meno di 60 etichette di assoluto prestigio (Latour 1928, Haut-Brion 1945, Cheval-Blanc 1947, Lafleur 1947, Lafite Rothschild 1953, Mouton-Rothschild 1959 e Pétrus 1961, tra le altre) erano false, per un danno economico sopra il milione di dollari.
Sebbene la citazione in giudizio non specifichi se tutti gli acquisti di Gundlach fossero falsi o meno, la vicenda pone l’accento su come ormai, a valle del paradigmatico caso di Rudi Kurniawan e dei tanti altri emersi successivamente, non ci sia angolo del mondo immune dal problema della certezza dell’autenticità di queste bottiglie da investimento.

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