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Spinta dalla svalutazione della sterlina, la Gran Bretagna vira verso la premiumisation dei consumi enoici: negli ultimi 12 mesi, i prezzi medi allo scaffale su del 3,5%, dove le bottiglie sopra 8 sterline prendono il posto di quelle da 6-7 sterline

“Premiumisation”. Ecco cosa sta accadendo in Gran Bretagna, un po’ per scelta un po’ per necessità, dove, anche sotto la spinta della Brexit e della conseguente svalutazione della sterlina, i prezzi medi del vino hanno vissuto, negli ultimi tre mesi, una crescita del 3,5% sul periodo precedente, come rivelano i dati di una ricerca firmata da Iri - Industrial Research Institute per il colosso del vino cileno Concha y Toro, che in Uk ha uno dei suoi mercati d’elezione. Oggi, sugli scaffali dei supermarket di Londra (ma lo studio non ha preso in considerazione le insegne dei discount, come Lidl o Adli, ndr), una bottiglia costa 5,45 sterline, 17 penny in più di quanto costava a fine 2016.
Una crescita importante, legata sì alla scelta dei wine merchant di reagire alla svalutazione della sterlina, a dicembre 2016, ma anche ad una tendenza che in Gran Bretagna esiste da anni: bere meno, bere meglio. Che si traduce, sugli scaffali, in un netto calo delle referenze per le etichette da 6-7 sterline (86 in meno) ed in una crescita del numero di bottiglie sopra le 8 sterline (43 in più), il che vuol dire, inoltre, che diminuisce lo spazio dedicato al vino, ma migliora la qualità dell’offerta. Inoltre, sono più le etichette che segnano una crescita di prezzo di quelle che segnano un calo, e le nuove referenze, tendenzialmente, scelgono un livello di prezzo superiore al solito, andando a cercare un target superiore.

Si accorcia anche il periodo dedicato alle vendite promozionali, usanza cui in Italia non siamo certo abituati, così come il livello della scontistica, che adesso si attesta su un range che va dal -10% al -20%, da una media che andava dal -20% al -30%. La crescita del prezzo medio, che come abbiamo visto tocca il +3,5% negli ultimi 3 mesi, vive però dinamiche diverse nelle differenti tipologie commerciali: se nei supermercati il prezzo della bottiglia è salito del 3,4%, nei minimarket la crescita si ferma al +2,8%, mentre nei piccoli alimentari cala addirittura dello 0,2%.

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