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Scarsa in quantità ed incerta in qualità, la vendemmia 2017 entra nel vivo, dal Nord al Sud. E se c’è chi, in una annata generalmente anticipata, sceglie di aspettare, come Bellavista in Franciacorta, Coldiretti brinda al +6,3% (stimato) dell’export

Italia
Tra le tante arrivate da tante aziende del Belpaese dove si raccolgono le uve bianche, la vendemmia di Bellavista in Franciacorta, della cantina marchigiana Velenosi e quella di Tasca d’Almerita, in Sicilia e in barca, sull’Isola di Mozia

Scarsa nelle quantità (-24% sul 2016 per Assoenologi, a 41,1 milioni di ettolitri stimati, ad oggi, https://goo.gl/Sjvzg5), incerta più che mai su quello della qualità, la vendemmia 2017, piuttosto anticipata, sta entrando nel vivo un po’ in tutta Italia, almeno per le varietà più precoci. Un’annata che, come detto già nei giorni scorsi, sta mettendo alla prova i territori e le interpretazioni aziendali. Come il caso di Bellavista, tra le cantina leader in Franciacorta, che in un territorio in cui molti hanno anticipato la raccolta, ha deciso di sfidare il clima ed attendere per arrivare al perfetto grado di maturazione delle uve, dando vita, di fatto, a tre vendemmie: iniziata il 16 agosto quella di Pinot Nero e quella di Chardonnay, fa sapere l’azienda, seguiranno ora altre due “vendemmie straordinarie, abbiamo saputo attendere - dichiara Francesca Moretti, Ceo della cantina che ha per enologo Mattia Vezzola - e, soprattutto, abbiamo creduto in un metodo di coltivazione della vigna che ci ha consentito di mettere in dialogo la tecnologia d’avanguardia con la tradizione più conservativa; solo dall’incontro di questi mondi è oggi possibile immaginare un futuro d’eccellenza che sia in grado di preservare il carattere di un’azienda e la sua particolare interpretazione del territorio”. In altre aziende ed altre zone, invece, molte delle uve bianche e precoci sono già in cantina, sia nel Centro che nel Sud Italia (nelle foto, tra le tante arrivate da tante aziende del Belpaese dove si raccolgono le uve bianche, la vendemmia di Bellavista in Franciacorta, della cantina marchigiana Velenosi e quella di Tasca d’Almerita, in Sicilia e in barca, sull’Isola di Mozia). Intanto, a consolare i produttori italiani, continua ad esserci l’export: secondo Coldiretti, se nei primi quattro mesi del 2017 (dati Istat) le esportazioni enoiche del Belpaese sono cresciute del 4,7% sullo stesso periodo 2016, che si è chiuso poi con il record di 5,6 miliardi di euro, alla fine dell’anno la crescita complessiva dovrebbe essere del 6,3%.

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