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Una mente dell’ingegneria elettronica tra le più note del made in Italy nel mondo, tra i vigneti della Val d’Orcia, vigneron per passione in un’azienda biodinamica: la case history di Pasquale Forte, fondatore di Eldor Corporation e del Podere Forte

Una mente dell’ingegneria elettronica tra le più note del made in Italy nel mondo, laurea honoris causa al Politecnico di Milano, inventore e fornitore di innovativi e rivoluzionari sistemi di accensione, centraline elettrche e Abs per le grandi case automobilistiche internazionali, vigneron per passione in un’azienda agricola completa ed autosufficiente come un piccolo microcosmo, dove, secondo i dettami della biodinamica, si producono vino e olio, si coltivano grani antichi, si allevano la pregiata cinta senese e la Chianina, le api producono miele e impollinano i seminativi, e si recuperano le più antiche pratiche agricole del territorio con le più moderne tecniche agronomiche ed il supporto dei più importanti esperti del settore. Romantica quanto basta, nel segno dell’ingegno italiano applicato al recupero delle tradizioni, è la case history di Pasquale Forte, businessman italiano fondatore della Eldor Corporation e del Podere Forte, a Castiglione d’Orcia in Toscana, dal quale, ora che vi ha messo radici dopo aver girato il mondo, conduce la sua multinazionale (2.300 dipendenti, quasi 200 milioni di fatturato, cinque centri produttivi, dalla Cina agli Usa, dal Brasile alla Turchia, con headquarter ad Orsenigo, Como), lontano dalla frenesia, immerso nella Val d’Orcia, il paesaggio italiano più famoso al mondo, patrimonio dell’Unesco.
Di proprietà dell’imprenditore italiano dal 1997 - controcorrente nel panorama delle compravendite enoiche, che vede gli investitori prediligere solitamente territori più blasonati - la storia di Podere Forte inizia con l’imput di Luigi Veronelli e, con la consulenza di Donato Lanati e Attilio Scienza, dalla classificazione e dall’analisi dell’età dei terreni: 50 milioni di anni, scistosi calcarei, adatti alla vite. Quindi la scelta dei vitigni più adatti, di pari passo con l’arricchimento naturale dell’humus secondo i dettami della biodinamica (con il marchio Demeter, ndr): Sangiovese, of course, Pinot Nero, Merlot, Cabernet Franc, Greco di Tufo e Petit Verdot, da cui oggi si producono l’Orcia Rosso Petrucci, l’Orcia Rosso Petruccino e l’Igt Guardiavigna (20 gli ettari di vigneti, su un totale di oltre 220, per una produzione attorno alle 25.000 bottiglie). La vendemmia è rigorosamente manuale, fertilizzanti e compost si autoproducono, e anche i lieviti sono autoctoni nella cantina in pietra locale incastonata nelle colline toscane, dove, mentre il vino fermenta grazie anche all’uso delle energie rinnovabili, un laboratorio di analisi “in situ” unico nel suo genere, tra wine scan foss FT 120, spettrofotometro, distillatore enochimico e un’apparecchiatura per la cristallizzazione sensibile, monitora la produzione dalla terra alla bottiglia, collaborando con diversi istituti di ricerca, dallo studio Enosis Meraviglia all`Università di Firenze. Tutto attorno, nei campi, si riscoprono grani antichi, anche l’olio è di autoproduzione, e mentre la cinta senese - allevata con accanto alla Chianina, alle galline livornesi, ai conigli di razza Fulvo di Borgogna e Argentata di Champagne - mangia ghiande e castagne dei boschi dove scorrazza libera (per poi esser macellata e lavorata, a Polesine parmense nei laboratori di Massimo Spigaroli, ndr), le api fecondano i fiori e le erbe aromatiche del giardino botanico, e i seminativi con i loro pollini forniscono nutrimento agli antagonisti naturali dei parassiti dei vigneti, in un ciclo virtuoso, che è poi quello della vita.
Non manca, un progetto di recupero e valorizzazione del territorio: il Progetto Rocca d’Orcia, per far rinascere gli spazi che da sempre ospitavano le attività legate alla tradizione locale del piccolo borgo medievale, con restauri meticolosi e la nascita dell’Osteria Perillà, dell’Enoteca Perinquà, dell’Emporio Riamà e dello Spazio Se per ospitare esposizioni di artisti internazionali. Ma anche con la committenza di studi e ricerche sulla Rocca di Tentennano, antico baluardo senese sulla Via Francigena, e con la collaborazione con enti ed associazioni che si propongono la conservazione delle emergenze artistiche, iniziative di charity e di educazione alimentare delle nuove generazioni.
“Podere Forte è una realtà in continua evoluzione - spiega Pasquale Forte - sto lavorando a diversi progetti, a partire dalla produzione di due nuove etichette, che faranno parlare di sé per alcune particolarità. Ma la novità più tangibile è un Podere Forte a misura di bambino, una piccola città con percorsi per conoscere questa terra, a disposizione delle scuole e per le future edizioni di “Piccola Fattoria Forte”, gli eventi che organizziamo per i bambini finalizzati all’educazione sui temi dell’alimentazione e dell’ambiente”.
Info: www.podereforte.it

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