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La vigna sui tetti di Brooklyn vinificherà a breve i suoi grappoli “vista Manhattan”, grazie a Rooftop Reds, che unisce tradizione vinicola e innovazione urbana. Vigneti urbani, storici e recenti, sono ormai diffusi, ma sui tetti ancora mancavano

Italia
Il Rooftop Reds di Brookling

Mettere qualcosa sui tetti “is just so Brooklyn”, e passare dagli orti alle vigne e al vino, il passo è breve. Fra poche settimane, Devine Shomaker, vinificherà per la prima volta i sui grappoli “vista Manhattan”, piantate nel 2015 in cima al vecchio cantiere navale di Brookling, creando il business pioniere della vigna sui tetti (di 5 varietà bordolesi) sotto il nome di Rooftop Reds. E siccome le idee all’avanguardia hanno un loro prezzo (come pure la vista sugli skyline, anche se ad averla è l’uva), le bottiglie saranno disponibili a partire dal 2019 per 1000€.

“Amo New York City e volevo trovare un modo di combinare l’esperienza acquisita alla scuola enologica e le conoscenze di viticoltore con la vita di una realtà urbana così vibrante – racconta Shomaker - così mi è venuta l’idea di piantare un vigneto su un tetto. Abbiamo sviluppato il primo sistema di vigna piantato dentro vasi che riproducono le ideali condizioni del terreno: insomma cerchiamo di combinare l’innovazione con la tradizione”.

Le vigne urbane non sono una novità. In Italia ne contiamo alcune fra le più suggestive: da Venissa, sull’isola di Mazzorbo nella laguna veneziana, a Senarum Vinea, progetto di recupero di vitigni antichi nell’Orto di Pecci nel centro di Siena Brescia, passando per Pusterla, ad oggi la più grande al mondo nel centro di Brescia, al vigneto di Malvasia del Lazio che nascerà a Frascati nei Castelli Romani.

La “Vigna della Regina” di Torino, è invece gemellata con i vigneti del castello viennese di Schönbrunn e con “Clos Montmartre”, l’antico vigneto nel centro di Parigi. Ma anche Londra, con la Forty Hall Vineyard, o Salonicco, hanno i loro esempi di storica viticoltura urbana. Senza dimenticare le esperienze più recenti: dalla “D’Augustine Vineyard” di Los Angeles, al “Neighborhood Vineyards Project” di San Francisco, fino a tornare a New York, dove il governo possiede la vigna museo nel Queen’s: ma se non c’è più spazio per terra, si pianta pure sui tetti.

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