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Il settore vinicolo italiano si espande, affronta nuove sfide e cerca sempre maggiore professionalità: l’Università di Napoli Federico II risponde con l’attivazione di una Laurea Magistrale in Scienze Enologiche. Coordinatore, il professor Luigi Moio

Italia

Una nuova Laurea Magistrale in Scienze Enologiche, coordinata dal professor Luigi Moio, ad Avellino: ecco la risposta dell’Università Federico II di Napoli alla crescente richiesta di formazione nel campo della ricerca enologica e della viticoltura, che, già da alcuni anni, ha visto crescere stabilmente le iscrizioni sia agli istituti agrari che ai corsi di laurea triennali in viticoltura ed enologia. Crescente richiesta che oggi è anche fortemente sostenuta da un settore vinicolo in forte espansione, dalle grandi potenzialità e dinamismo, ma che soprattutto deve far fronte a sfide globali ambientali ed economiche stimolanti (www.agraria.unina.it). L’idea a monte è innovativa: costruire una professione specializzata su varietà storiche italiane e fortemente preparata sugli aromi e le percezioni sensoriali del vino. “Possiamo contare su un team che da anni porta avanti la ricerca sulle componenti odorose e polifenoliche del vino: era doveroso costruire un percorso accademico che sfruttasse queste nostre competenze e le potesse trasmettere”, ha commentato, a Winenews, Luigi Moio.


“L’obiettivo è riuscire ad ottenere la massima espressione varietale e territoriale dai grandi vitigni storici italiani - continua Moio - approfondendo quegli aspetti tecnologici che hanno influenza diretta sulle nostre percezioni gustolfattive. Ogni uva è diversa: ci sono differenze varietali forti sul metodo di coltivazione e vinificazione usato. Quindi il corso si spingerà molto sulla degustazione, per capire e conoscere queste differenze: perché solo conoscendole posso poi riuscire ad ottenere quel vino che ho in mente fin dall’inizio. Puntare sui vitigni autoctoni italiani, poi - conclude Moio - non è casuale nemmeno in questo momento di grandi cambiamenti climatici, dove i vitigni che più soffrono sono quelli precoci: gli internazionali. La scelta di costruire una specializzazione accademica che approfondisce la sperimentazione sui vitigni storici nazionali vuole essere una risposta anche a questo tema ambientale”.


Questo è il terzo corso di specialistica biennale disponibile su suolo italiano per chi vuole approfondire ulteriormente la propria preparazione universitaria sul vino. Il percorso accademico per chi vuole studiare enologia attualmente si compone di una prima preparazione triennale, disponibile in ben 17 università diverse (secondo un elenco disponibile sul sito di Assoenologi,
www.assoenologi.it) e distribuite lungo tutto lo Stivale: al nord sono proposte dall’Università degli studi di Torino, di Milano, di Verona, di Trento, di Padova e di Udine e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore a Piacenza; in centro Italia ci sono i corsi attivati dall’Università di Bologna, di Firenze, di Pisa, della Tuscia, di Perugia e di Teramo; infine, nel sud Italia, si possono frequentare presso l’Università di Napoli, di Sassari e di di Palermo a cui aggiungiamo pure quello recentemente attivato dall’Università del Salento, in collaborazione con l’Università degli studi di Bari e di Foggia.

Successivamente il lato della ricerca e della sperimentazione può essere affrontato nei percorsi di specializzazione: oltre alla neonata Laurea Magistrale a Napoli, i restanti due sono corsi di specialistica biennale cosiddetti “interateneo”, che nascono cioè dalla collaborazione di diversi atenei.
La prima si chiama Vem - Viticoltura, Enologie e Mercati Vitivinicoli e vede la storica collaborazione fra l’Università di Udine, Padova e Verona, a cui si è aggiunta da due anni quella di Bolzano (in questo senso, la scelta strategica del Trentino - Alto Adige è stata di garantire un corso triennale a Trento, inaugurato quest’anno nell’Istituto Agrario San Michele all’Adige, ed una conseguente specialistica interateneo a Bolzano). L’altra, invece, è una Laurea Magistrale in Scienze Viticole ed Enologiche e vede protagonisti ben cinque atenei distribuiti in cinque realtà territoriali nazionali molto diverse: l’Università degli studi di Torino, di Milano, di Palermo, di Sassari e di Foggia.

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