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Destinata alla Ue l’ennesima questione sull’uso del nome di un vitigno: coinvolta l’Italia con il Consorzio Vini Montecucco che rivolge alle Politiche Agricole la sua opposizione all’uso del Sangiovese nella Igp rumena Dealurile Zarandulu

Italia
Un grappolo di Sangiovese del territorio di Montecucco in Toscana

Non è passato molto tempo dalla alzata di scudi della Slovenia contro la Ue per una vicenda per certi aspetti analoga (l’uso del nome del vitigno Teran in etichetta anche da parte della Croazia insieme a quello della zona di produzione Hrvatska Istra o Istria Croata), che potrebbe scoppiare un altro caso ma questa volta con protagonista il “no” di una Docg tricolore. Il Consorzio Tutela Vini Montecucco, “in difesa del Sangiovese”, ha infatti inviato al Ministero delle Politiche Agricole una richiesta di opposizione alla domanda di modifica di disciplinare Igp (articolo 98 regolamento Ue n. 1308/2013) Dealurile Zarandului presentata dalla Romania in riferimento alla produzione e all’utilizzo della menzione Sangiovese.
“È proprio in questi casi che i Consorzi sono chiamati ad esercitare la propria funzione di tutela, promozione, valorizzazione e corretta informazione al consumatore finale, nazionale e internazionale, oltre che a curare gli interessi della propria Doc e Docg come soggetto rappresentativo e referente della stessa - afferma Claudio Tipa, presidente del Consorzio Tutela Vini Montecucco - “anche se in realtà, in questo caso specifico e con il sostegno di Federdoc, il Consorzio Montecucco si mette in prima linea nella difesa del Sangiovese, uno dei vitigni italiani più conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo”.
Il Consorzio Tutela Vini Montecucco ha presentato dunque formale opposizione alla presentazione da parte della rumena Igp “Dealurile Zarandului” di una modifica al proprio disciplinare Igp sull’uso del Sangiovese in etichetta.
Il Consorzio del Montecucco, nato nel 2000 ad opera di una pattuglia di vignaioli del nord-est della provincia di Grosseto, ha posto quindi all’attenzione del Ministero delle Politiche Agricole una questione molto delicata, che non interessa solo la Docg Montecucco Sangiovese, ma più in generale la varietà Sangiovese, parte integrante del nome della Dop italiana.
Il Consorzio con sede a Poggio dei Sassi (Cinigiano) sostiene senza se e senza ma l’illegittimità dell’uso della varietà d’origine protetta nell’etichettatura dell’Igp romena e ritiene, quindi, non approvabile la domanda di modifica presentata, ai sensi dell’articolo 100, paragrafo 3, del Regolamento Ue n. 1308/2013, secondo cui “(…) Il nome di una varietà di uva da vino, se contiene o è costituito da una denominazione di origine protetta o da un’indicazione geografica protetta, non può essere utilizzato nell’etichettatura dei prodotti agricoli (…)”.
Ma va ricordato che la stessa legislazione comunitaria a concede un’eccezione per l’uso del nome di una varietà di uva che coincide con una Dop/Igp, per quei vini che, previa giustificazione documentata, ne diano conclamate ragioni.

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