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Accordo raggiunto tra industria e agricoltori nell’Asti: alla vigilia della vendemmia il Consorzio fissa la resa per il Moscato e l’Asti Docg - 80 i quintali per ettaro, 10 di riserva vendemmiale e prezzo indicativo di 107,50 Euro al quintale

Italia

80 quintali di uva per ettaro, con la possibilità per i “moscatisti” (ovvero i produttori che vinificano l’uva destinandola a Moscato d’Asti Docg per la vendita diretta) di arrivare a 90 senza oneri nel caso in cui le scorte si esauriscano o le condizioni di mercato lo richiedano, mentre le aziende di trasformazione e industriali che decideranno di fare lo stesso dovranno mettere in conto di un contributo promozionale di 100 Euro a quintale. Ecco il cuore dell’accordo raggiunto ieri, nella sede del Consorzio di tutela dell’Asti (www.astidocg.it), durante il confronto tra i rappresentanti dei produttori e dei soggetti industriali avvenuto alla presenza dell’Assessore all’Agricoltura piemontese Ferrero, su rese e prezzo delle uve, fissato indicativamente in 107,50 Euro a quintale.

Per Massimo Forno, presidente della sezione astigiana di Confagricoltura e rappresentante al tavolo di Confagricoltura Piemonte, l’accordo - che arriva a poco meno di tre settimane dall’avvio della vendemmia secondo il calendario Coldiretti - rappresenta un ritorno alla sintonia fra industria e produttori agricoli, consentendo il ritorno a una resa uniforme del comparto tra Moscato d’Asti e Asti, pur consentendo ai “moscatisti” di raggiungere senza costi aggiuntivi una resa di 90 quintali per ettaro, al fine di tutelare sul mercato la presenza del prodotto: nel caso in cui la resa fosse stata fissata a 80 quintali per ettaro, infatti, le scorte si sarebbero ridotte di oltre 60.000 ettolitri, in un contesto produttivo che vede protagoniste oltre 4.000 aziende agricole, per un “vigneto collettivo” di oltre 9.500 ettari e un raccolto di circa 800.000 quintali.

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