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Vendemmia del Sud del mondo in crescita, quella del Nord stimata in calo, ma con gli stock di cantina dovrebbe restare equilibrio tra domanda e offerta, senza particolari ripercussioni sui prezzi, previsti in leggero rialzo: l’analisi Rabobank

In attesa di capire meglio come andrà la vendemmia nell’emisfero nord del Mondo, in particolare in Italia, Francia, Spagna e Stati Uniti, il volumi disponibili di vino a livello mondiale non dovrebbero subire, nel complesso, grandi variazioni. È la considerazione che emerge dall’analisi di Rabobank. Le certezze, ad oggi, arrivano dal Sud del mondo, dove si è già vendemmiato.
In particolare, la raccolta in Cile è stimata in crescita del 9% su quella davvero scarsa del 2016, così come la raccolta in Argentina, a +10%, e anche Australia e Sudafrica registrano un leggero aumento, mentre la Nuova Zelanda, nonostante un leggero calo, si è assestata sulla sua media storica.
Di contro, in Italia, Francia e Spagna (i tre Paesi che da soli producono intorno alla metà del vino mondiale), sebbene si parli ancora di ipotesi, ci si aspetta una vendemmia in calo rispetto al 2016, a causa delle gelate che hanno investito i tre Paesi ad Aprile, e alla siccità che in queste settimane ha colpito in particolar modo il Belpaese. Più definita la situazioni negli Stati Uniti, dove non ci sono state situazioni critiche, ad eccezione di qualche forte pioggia seguita da temperature sopra la media, che stanno creando qualche problema. Ma, in ogni caso, un po’ ovunque le scorte di cantina unite alla produzione 2017, secondo l’analisi, dovrebbe mantenere l’equilibrio tra domanda e offerta, almeno in quantità, mentre sul fronte dei prezzi è immaginabile prevedere qualche aumento soprattutto nei territori più prestigiosi e colpiti dalle gelate, ma in misura tale da non creare particolari shock sul mercato.
Anche se, almeno sui principali varietali, ci sono differenze di prezzo notevoli (dati aggiornati a giugno 2017) tra Paese e Paese. Lo Chardonnay della California, per esempio, viaggia intorno agli 1,6 dollari al litro, mentre quello cileno è di poso sotto al dollari al litro, e quello australiano di poco sopra agli 0,4 dollari, e quello francese è a quota 1 euro. California che spadroneggia anche sul fronte del Cabernet Sauvignon, che sfiora la quotazione di due dollari al litro, con quello cileno intorno agli 0,8 dollari. Sul fronte europeo, il Cabernet Sauvignon francese è quotato sugli 80 centesimi di euro, poco di più di quello spagnolo, intorno ai 70 centesimi.

Assai diverse le quotazioni dei vini sfusi generici: quelli australiani e sudafricani sfiorano i 40 centesimi di dollaro, quelli spagnoli sono poco sotto i 40 centesimi di euro, mentre gli sfusi generici made in Italy si attestano sui 50 centesimi di euro al litro.

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