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Regole comuni su piani regolatori e procedure, decisioni condivise tra Comuni e Regione, e con il Consorzio Franciacorta, per valorizzare il territorio tutelando l’ambiente: in Franciacorta il primo “Piano territoriale regionale d’area” per una Docg

Italia
In Franciacorta il primo Piano Territoriale Regionale d’Area per una Docg

La Franciacorta programma il suo domani. E per farlo, i 18 Comuni appartenenti al Consorzio del Franciacorta più i quattro limitrofi (Adro, Capriolo, Cazzago San Martino, Cellatica, Cologne, Coccaglio, Corte Franca, Erbusco, Gussago, Iseo, Monticelli Brusati, Ome, Paderno Franciacorta, Paratico, Passirano, Provaglio d’Iseo, Rodengo Saiano, Rovato, Castegnato, Ospitaletto, Palazzolo sull’Oglio e Sulzano) decideranno assieme per dare uno sviluppo armonico al territorio. L’associazione c’era già, “Terra del Franciacorta”. Dal 18 luglio, esiste anche uno strumento urbanistico, che è stato approvato in quella data dal Consiglio Regionale della Lombardia: il Piano Territoriale Regionale d’Area, che, detto con il gergo delle istituzioni, si chiama “Ptra”. A presentarlo ufficialmente, oggi, a Milano, c’erano i padroni di casa: dal Governatore Roberto Maroni all’Assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia Gianni Fava, dall’Assessore all’Urbanistica e al Territorio Viviana Beccalossi al Presidente del Consorzio Franciacorta Vittorio Moretti, dal presidente di Terra del Franciacorta Leonardo Vizza all’ex presidente del Consorzio Maurizio Zanella. Un’iniziativa nuova ed importante, guidata da un territorio unito intorno al vino, e per il quale le bollicine del Franciacorta, in numeri, si traducono i 17 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, 3.000 ettari vitati dedicati alla sola produzione spumantistica, 117 cantine socie del Consorzio per un giro d’affari complessivo stimato in oltre 250 milioni di euro.

“Il Piano Territoriale Regionale d’Area - ha spiegato Beccalossi, che in passato è stata assessore all’Agricoltura - è uno strumento urbanistico, che mette in rete i 22 Comuni, uniti dal motore delle bollicine, allo scopo di tutelare un territorio che un patrimonio univo. Lo strumento consentirà di programmare a livello amministrativo lo sviluppo del territorio in un’ottica comune, che duri nel tempo e vada al di là delle appartenenze politiche e di paese”.
Di fatto, come hanno sottolineato sia il presidente Maroni sia l’assessore Fava, per la prima volta in Italia, un piano di governo del territorio è dedicato a una denominazione di origine. “Ci sarà una programmazione comune, regoli comuni, le stesse procedure, la stessa modulistica e le stesse azioni per valorizzare il territorio - ha detto Maroni - è una novità straordinariamente interessante, che potrà fare da modello”.

“Non esiste alcuna area sovracomunale che faccia coincidere con una denominazione di un prodotto agricolo una programmazione territoriale - ha detto Fava - è una cosa molto innovativa: si eleva un prodotto agricolo ad elemento distintivo territoriale. Neanche in Francia accade”.
Dalla salvaguardia ambientale alle strategie di sviluppo economico e sociale, il Piano permetterà di armonizzazione i programmi e i progetti che non potranno discostarsi da tre obiettivi: l’uso razionale e la riduzione del consumo di suolo, la tutela del paesaggio e l’accessibilità e mobilità sostenibile, consentendo “uno sviluppo economico più armonioso e di pensare al futuro in positivo”, ha detto il presidente del Consorzio del Franciacorta, Vittorio Moretti.
Lo studio del futuro è già cominciato, perché sono state messe all’opera le università di Brescia e di Bergamo. Ma che cosa succederà ai 22.000 ettari complessivi di territorio? “La ricaduta sarà notevole - ha detto Zanella - potremo pianificare i terreni agricoli liberi, riconvertire le aree di bosco oggi abbandonate a vigna e ripiantare boschi più produttivi in altre zone. Ci auguriamo che i sindaci capiscano l’importanza del progetto”. Chi deciderà che cosa fare? “La governance è condivisa tra i 22 Comuni e la Regione Lombardia - ha spiegato Maroni - e ci saranno incontri almeno ogni due mesi”.
Dunque, dalla fase progettuale si passa a quella dell’azione. Il primo passo, ha detto Vizza, “sarà l’approvazione di un regolamento edilizio comune valido in tutti i 18 Comuni del territorio e 4 limitrofi. Ci siamo trovati il 20 luglio con tutti i sindaci per programmare le attività. Il punto principale è quello della riduzione del consumo di suolo”.
Fausta Chiesa

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