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Ocm Vino Promozione, tutto tace sul decreto 2017-2018 (e sui ricorsi al Tar 2016-2017). E l’Assessore all’Agricoltura della Lombardia Gianni Fava, unico ad aver votato no in Conferenza Stato Regioni il 6 luglio, provoca: “non era tutta colpa nostra?”

Nonostante la rapidità promessa dopo la bocciatura del decreto in Conferenza Stato Regioni il 6 luglio (https://goo.gl/5TcJ13), ancora tutto tace, clamorosamente, sull’approvazione del testo che dovrebbe sbloccare l’accesso alla misura Promozione dell’Ocm Vino 2017-2018. Secondo le voci, ogni Consiglio dei Ministri sarebbe quello buono, ma fino ad ora è tutto fermo, con un atteggiamento che lascia sgomenta la filiera, e che sembra dare credito a chi sosteneva che il Ministero delle Politiche Agricole stia di fatto aspettando i pronunciamenti del Tar sui ricorsi che pendono sulla campagna 2016-2017 (anche qui nessun segnale di progresso, ndr) per capire cosa succederà. Situazione che, come abbiamo detto spesso, danneggia tutto il settore, con l’export di vino italiano che comincia a risentire di un’azione promozionale evidentemente meno forte ed efficace che nel recente passato, come testimonierebbero sia la frenata nel primo mercato, gli Usa, che invece nel complesso crescono, come raccontato dall’Italia Wine & Food Institute (https://goo.gl/xuuPkE), che la perdita di posizioni in diversi Paesi, come emerge dall’analisi dell’Osservatorio Paesi Terzi di Business Strategies e Wine Monitor (https://goo.gl/FTUswT).
Nel gioco politico, in molti hanno tentato di addossare le colpe dell’ulteriore ritardo di uscita del decreto alla Regione Lombardia, unica ad aver votato contro al testo in Conferenza Stato Regioni. Cosa che non è andata giù all’Assessore all’Agricoltura lombardo Gianni Fava che ora, visto il perdurare dello stallo, si toglie qualche sassolino dalla scarpa. “Ma sull’Ocm Vino non era tutta colpa della Lombardia? In queste ultime settimane - rende noto Fava - ho assistito, senza replica e senza commento, a un fiorire di esternazioni e di dichiarazioni di origine prevalentemente romana o pugliese, anche se non è mancato il richiamo di qualche pappagallo nostrano, proveniente da prestigiosa zona vinicola lombarda, tendente ad accreditare la tesi secondo la quale l’Ocm Promozione Vino, strumento importante e atteso dagli operatori del settore, tarda e rischia di compromettere la progettazione e attuazione delle attività promozionali per il parere negativo reso da Regione Lombardia in sede di Conferenza Stato-Regioni. La Regione Lombardia ha detto no ad un provvedimento che considera, ancora oggi, lacunoso e lontano dai bisogni reali della filiera, ma contestualmente, assieme a tutte le altre Regioni ha acconsentito alla rinuncia da parte delle stesse del termine di 30 giorni, trascorso il quale, il Governo puo intervenire con proprio provvedimento, anche in caso di mancata intesa”. Un comportamento atto a consentire comunque l’emanazione urgente di un provvedimento importante e atteso come appunto l’Ocm Vino, “sul quale peraltro si viaggiava già con un colpevolissimo ritardo ministeriale, eredità anche della confusione e dei pasticci dell’annata precedente”, sottolinea Fava.
Ed oggi, arrivati al 26 luglio, ancora tutto tace. “Per la Lombardia e, immagino, anche per le altre Regioni e per tutti gli operatori del settore era dunque scontato vedere il provvedimento al primo Consiglio dei Ministri successivo al 6 luglio - ammette Fava - e invece no, nessun segnale, e neanche in quello dopo, e in quello dopo ancora ... E chissà quando si degnerà il Consiglio dei Ministri a licenziare un provvedimento stoppato solamente per le bizze della Lombardia, come qualche illuminato esperto di politiche promozionali si è precipitato a sentenziare. Forse a Houston hanno un problema! Ma non era tutta colpa di Regione Lombardia?”, si chiede l’assessore Fava.

Di chi sia la responsabilità, in ogni caso, ad oggi è una questione secondaria, di cui chi dovrà, nei luoghi e nei momenti opportuni, risponderà. Ora quello che conta è arrivare al decreto quanto prima.

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