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La Francia aspetta la vendemmia, ma nelle previsioni del Ministero dell’Agricoltura c’è un crollo produttivo storico: -17%, a quota 37 milioni di ettolitri, contro i 45,5 milioni di ettolitri del 2016. La colpa? Di gelate e grandine, come nel 2016

La Francia aspetta la vendemmia, ma le previsioni del Ministero dell’Agricoltura mettono in conto un crollo produttivo storico, sui livelli del 1991: -17%, a quota 37-38,2 milioni di ettolitri, contro i 45,5 milioni di ettolitri del 2016. Sul banco degli imputati gelo e grandine, responsabili tra i vigneti di Bordeaux di un crollo verticale, il 50% in meno, dopo una 2016 tutt’altro che abbondante, che porterà gioco forza ad una scarsità di prodotto sul mercato, con un conseguente ed ulteriore aumento dei prezzi. Nonostante ciò, la fioritura è andata bene, e l’andamento stagionale ha portato a maturazioni generalmente anticipate ma buone.
Situazione migliore in Champagne, dove la raccolta, comunque inferiore alla media degli ultimi 5 anni, dovrebbe far segnare un +8% sul 2016, così come in Borgogna (+<14%), un’altra Regione che viene da un 2016 a dir poco tremendo, e dove comunque non si salva granché di Cablis e Côte de Nuits, mentre la grandine ha devastato Fleurie ed altri crus di Beaujolais. Peggio va all’Alsazia, dove le gelate hanno colpito le prime gemme di Gewurztraminer, con un calo previsto del 30%. Giù anche la produzione in Languedoc-Roussillon (-6%), dove le gelate hanno colpito le aree di Aude Hérault.
Problemi anche per il Grenache, in Languedoc come in Provenza e nella valle meridionale del Rodano, che ha dovuto affrontare anche l’attacco delle muffe. Nella Loira, dove le cose sono andate comunque meglio del 2016, le gelate hanno tagliato la produzione, a seconda della zona, tra il 10% ed il 40%, con la vendemmia che inizierà un paio di settimane prima del solito, a causa ovviamente del caldo, che garantisce, perlomeno, una completa sanità delle uve.

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