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Addio a Prosecco, Cava e Champagne, nelle ambasciate britanniche in giro per il mondo si berranno bollicine inglesi. La spinta di Downing Street al settore enoico passa per direttive e proposte di legge, mentre Buckingham Palace dà l’esempio

Addio a Prosecco, Cava e Champagne, nelle ambasciate britanniche in giro per il mondo si berranno bollicine inglesi. Non è tanto il risultato della Brexit, quanto la conseguenza di una volontà politica in atto da anni, con Downing Street che, nel 2016, ha stappato esclusivamente Ridgeview e Chapel Down per i propri brindisi ufficiali, e con una proposta di legge, presentata alla Camera dei Comuni ad inizio anno, che impone alle ambasciate di servire bollicine e superalcolici britannici.
Sir Simon McDonald, a capo del servizio diplomatico, ha prontamente incoraggiato i funzionari ad operare in tal senso, affidando la selezione di sei sparkling e quattro gin alla Wsta - Wine and Spirit Trade Association, con l’obiettivo, chiaro, di sostenere la crescita di un settore ancora marginale, ma che promette a dir poco bene.

“Trovo giusto incoraggiare i rappresentanti del Governo britannico nel mondo - ha commentato al magazine Uk Decanter (www.decanter.com) Miles Beale, direttore generale della Wsta - a mostrare il meglio che l’Inghilterra ha da offrire. Le nostre ambasciate e le grandi commissioni in tutto il mondo possono avere un ruolo importante nel sostegno al settore enoico britannico”. Del resto, anche Buckingham Palace ha servito vini inglesi alle cene di Stato con il presidente cinese Xi-Jinping ed il presidente colombiano Juan Manuel Santos. Difficile sapere se siano rimasti sorpresi, felici, o leggermente delusi, aspettandosi magari di brindare con un più blasonato Champagne.

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