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L’ultima tendenza dello Champagne? Puntare forte sull’annata. Anche quando, in realtà, non è eccezionale. Il monito di Hubert de Billy (Pol Roger): “attenzione alle oscillazioni di prezzo, puntando sull’annata ci si rimette al giudizio del mercato”

Se c’è un vino capace di mettere d’accordo tutti, è lo Champagne, la bollicina per eccellenza, sulle tavole di reali e gourmand da tre secoli e mezzo. Durante i quali, com’è normale che sia, ha vissuto cambiamenti ed evoluzioni enormi, fino a diventare il vino più tecnico che ci sia, in cui a giocare un ruolo determinante è lo chef de cave, che seleziona ed assemblea le basi migliori, da uve diverse ed annate diverse. A meno che non si parli di annata, uno Champagne prodotto da uve della stessa vendemmia, una volta un’eccezione, limitata a vendemmie eccezionali, ma oggi un fenomeno che coinvolge sempre più maison. Una scelta stilistica, prima di tutto, ma che si porta dietro una dinamica commerciale del tutto nuova per lo Champagne, raccontata al portale Uk The Drinks Business da Hubert de Billy, a capo della griffe Pol Roger (www.thedrinksbusiness.com).
“Capisco la scelta di maison come Don Pérignon di uscire sul mercato regolarmente con l’annata- spiega de Billy - ma non corrisponde alla nostra idea di qualcosa di eccezionale, diluisce la percezione della qualità dell’annata nel consumatore medio. Con gli effetti del riscaldamento globale è diventato più semplice produrre l’annata rispetto a prima, l’ultima vendemmia davvero difficile è stata quella del 1984, ma ci sono situazioni, come nel 2003, in cui l’acidità era troppo bassa, ed uscire con l’annata sarebbe stato un azzardo. Del resto - continua il proprietario di Pol Roger - noi non siamo come Bordeaux e Borgogna, dove non si può fare altrimenti, quella di puntare sulla tipologia vintage è una scelta, ma il rischio è che si inneschino dinamiche simili a quelle dei due grandi terroir rossisti, in cui la qualità dell’annata influisce sul prezzo. Una dinamica alla quale non siamo abituati, e allora dobbiamo fare attenzione ad eventuali oscillazioni negative, perché le annate difficili - conclude de Billy - si scontano sul mercato”.

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