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Al Museo di Storia e Arte di Ontario è esposto un cimelio di un periodo in cui l’adorato vino non era poi così amato: il Vino Sano Grape Brick, pezzi di succo d’uva disidratata, stratagemma dei vignaioli per aggirare il Proibizionismo statunitense

Il vino fa parte della cultura dell’essere umano: fin dal tempo degli antichi greci e romani era considerato il nettare degli dei, e si hanno testimonianze del suo consumo praticamente per tutta la storia. Ma l’amata bevanda ha attraversato anche dei momenti bui, in cui non era così amata: la più famosa è l’era del Proibizionismo statunitense, che ha visto la produzione, la vendita, l’importazione e il trasporto di alcol del tutto vietato dal 1919 al 1933, con il XVIII emendamento e il Volstead Act. Come si legge sui libri di storia però, furono molti gli stratagemmi con cui comunque le bevande alcoliche erano prodotte e consumate in quegli anni. Uno dei più efficaci, grazie alla sua “semi legalità” è stato certamente il Vino Sano Grape Brick, pezzi di succo d’uva disidratato: ufficialmente venduto da dissolvere in acqua per farci succo d’uva, lasciato fermentare per farci illegalmente del vino. Uno degli ultimi esistenti, risalenti al 1930, è stato esposto al Museo di Storia e Arte di Ontario, Canada.
La produzione di succo d’uva disidratata è diventata particolarmente redditizia tra quei viticoltori che possedevano vigneti, ma che dal 16 gennaio 1920 non erano più in grado di produrre vino a causa delle leggi contro gli alcolici. Molti vignaioli hanno continuato a produrre uve da tavola o hanno sradicato i vitigni per puntare ad altre coltivazioni; altri hanno adottato questo stratagemma per continuare a trarre profitto dai loro vitigni.
Ma non senza rischi: secondo il Volstead Act le uve potevano essere coltivate, ma solo se usate per il consumo non alcolico. Inoltre, se il produttore avesse venduto uva a qualcuno sapendo che l’avrebbe usata per fare vino, potevano essere imprigionati loro stessi. Questo costringeva i viticoltori a tutelarsi, specificando nelle “istruzioni” di non lasciare per più di 21 giorni la polvere nell’acqua, altrimenti si sarebbe trasformata in vino.
Vino Sano è stato uno dei produttori più grandi, ma molti coltivatori d’uva hanno beneficiato dello sfruttamento di una scappatoia nella legge statunitense, ma solo in un primo momento: non c’è voluto molto tempo prima che le autorità si accorgessero del trucco e tentassero di fermare la vendita di uva disidratata. Nell’agosto del 1927, il proprietario di Vino Sano Karl Offer fu accusato a San Francisco da funzionari anti - alcolici, che affermarono che “nella maggior parte dei casi sono stati utilizzati (i brick d’uva disidratata) per fare vino”, secondo un rapporto della United Press. Tuttavia una giuria ha assolto Offer l’anno successivo, insieme ad altri accusati per casi simili.
Con la fine del Proibizionismo, nel 1933, l’accanimento contro il succo d’uva disidratato finì, così come la richiesta sul mercato, e i kit di Vino Sano Brick Grape rimasero solo un vecchio ricordo. La loro semplice esistenza fornisce però un’affascinante visione del mondo dell’America Proibita.

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