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La filiera del vino di Francia a congresso: al centro del “Congrès de la Viticulture” il futuro della Pac, tra Ocm, budget, varietà resistenti ed etichetta nutrizionale. E un ospite d’eccezione, il Commissario Ue all’Agricoltura Phil Hogan

Il mondo del vino francese si unisce e detta le proprie condizioni all’Europa per il futuro della Pac: l’obiettivo principale è la difesa dei principi che reggono la Politica Agricola Comune, dall’Ocm ai diritti d’impianto, il pericolo più grande è il taglio al budget comunitario dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Tanti i temi trattati dal primo “Congrès de la Viticulture”, di scena a Bordeaux il 6 luglio, con un ospite d’eccezione, il Commissario Europeo all’Agricoltura Phil Hogan che, più che dare risposte, come racconta il webmagazine francese “Vitisphere” (www.vitisphere.com) ha ascoltato le richieste delle diverse sigle presenti, dall’Association Générale de la Production Viticole a France AgriMer. In primis, la difesa del modello vitivinicolo europeo attuale, perché le performance economiche sono il risultato di una strategia di valorizzazione figlia della regolamentazione delle Indicazioni Geografiche, che hanno portato un forte valore aggiunto alla filiera vino: la provenienza delle uve, al 100% dal territorio di produzione, non può e non deve essere messa in dubbio.
Un altro aspetto da difendere è il sistema ed il funzionamento dell’Ocm Vino, perché “i fondi strutturali, e non gli aiuti diretti, sono il sostegno giusto al settore enoico, capace di far guadagnare nuove quote di mercato”, come spiega Jérôme Despey, presidente del consiglio vino di FranceAgriMer. Tutto, però, dipenderà dal budget che l’Europa metterà a disposizione del mondo agricolo, un aspetto sul quale neanche lo stesso Phil Hogan fa previsioni: “non posso prevedere su che budget disporremo in futuro, dopo la definitiva uscita della Gran Bretagna dalla Ue”. Sulla centralità dell’Ocm Vino, pesano anche le parole di Stéphane Héraud, presidente dell’Association Générale de la Production Viticole: “dobbiamo batterci per dimostrarne l’efficacia e garantire maggiore accessibilità, ma non c’è un sistema migliore di questo, e non avremmo potuto fare meglio di così”.
Un’incognita, quella del budget, che mette in difficoltà anche un’altra misura a dir poco cara ai viticoltori francesi, l’assicurazione sui raccolti, che rischia una revisione che ne abbasserà la quota rimborsabile, dal 30% al 20%, mentre la proposta dei vignaioli è un’altra: calcolare le rese non dalla media degli ultimi cinque anni ma dalla vendemmia più produttiva. Un altro passo che l’Europa sembra decisa a portare avanti, è quello dell’etichetta nutrizionale in bottiglia, un’ulteriore passo di un prodotto già sufficientemente tutelato e controllato per garantire al consumatore qualità e trasparenza, che lascia piuttosto indifferenti i produttori francesi. A differenza di altre due misure ritenute fondamentali per il futuro: il sistema delle autorizzazioni di impianto, che avrà bisogno di qualche aggiustamento e maggiore libertà di gestione da parte dei singoli Stati Membri, ma che nel complesso è promosso a pieni voti, e l’apertura della Ue all’utilizzo delle varietà resistenti, in uno sforzo teso a modernizzare il settore attraverso ricerca e innovazione, anche nelle produzioni Dop.

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