02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Se in tanti rincorrono il riconoscimento Unesco, il Soave guarda all’ingresso nel Giahs (Globally Important Agricutural Heritage System), il programma avviato dalla Fao nel 2002, che tutela e valorizza i territori agricoli e la loro biodiversità

Italia
Il Soave punta ad entrare nel Giahs (Globally Important Agricutural Heritage System), il programma della Fao

Mentre in tanti rincorrono il riconoscimento Unesco, il Soave, spesso controcorrente, concorre per fare il suo ingresso nel Giahs (Globally Important Agricutural Heritage System), il programma avviato dalla Fao nel 2002 e sottoscritto dall’Italia nel 2016, con l’obbiettivo di individuare e valorizzare i territori ricchi di biodiversità dove l’agricoltura sostenibile produce tipicità che raccontano il saper fare italiano. “Le Colline vitate del Soave”, già iscritte nel Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, sono state oggetto d’analisi nel corso del primo workshop di presentazione dedicato all’Europa e all’Asia Centrale recentemente tenutosi alla Fao, a Roma.
“A differenza dell’Unesco World Heritage List, dove il paesaggio agrario non viene menzionato ma semplicemente incluso nella generale definizione di “paesaggio culturale” - spiega una nota - il programma Giahs nasce specificatamente a salvaguardia dei paesaggi appartenenti al patrimonio agricolo mondiale, abbinati alla produzione di cibo, alle pratiche agricole tradizionali, alla biodiversità bioculturale”.

“L’ingresso nel Giahs - sottolinea Arturo Stocchetti, presidente del Consorzio del Soave - rappresenta la naturale prosecuzione del lavoro che ad oggi ha permesso al nostro comprensorio produttivo di ottenere il riconoscimento ministeriale di Primo paesaggio rurale di interesse storico d’Italia. Tale riconoscimento di fatto è un prerequisito per entrare nel programma Giahs per il quale siamo in corsa. Attualmente in Italia non esistono siti che abbiano ottenuto questo riconoscimento e sarebbe per noi un onore essere i primi a conquistarlo”.


È stata Viviana Ferrario, docente allo Iuav di Venezia, ad illustrare l’intero percorso di ricerca che ha portato all’ottenimento del titolo di primo “Paesaggio rurale di interesse storico” d’Italia, requisito indispensabile per poter poi fare l’ingresso all’interno del programma Giahs.

Programma che, avviato dalla Fao, ha come obiettivo quello di individuare a livello mondiale alcuni paesaggi particolarmente ricchi in biodiversità che nascono dal co-adattamento di una comunità antropica con l’ambiente circostante e che si manifestano con il mantenimento di paesaggi di particolare interesse estetico e storico-culturale grazie alla continuità di tecniche agricole tradizionali. Progetto che si propone non solo di tutelare paesaggi e tecniche gestionali di tipo tradizionale, ma di applicare i principi della conservazione dinamica, cioè di sfruttare tali tecniche per uno sviluppo sostenibile delle aree interessate, con benefici diretti ed indiretti per la popolazione, facendo diventare quindi il paesaggio tradizionale il motore dello sviluppo rurale di queste aree.

L’ingresso in questo programma, oltre a certificare ancora una volta i requisiti di sostenibilità ambientale e di tutela e valorizzazione del paesaggio, potrebbe aprire le porte ad importanti finanziamenti internazionali a favore delle comunità territoriali che si impegnano a produrre e a generare reddito nel rispetto della biodiversità e del paesaggio.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli