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Prove tecniche di “unità” nelle rappresentanze del vino europeo. In Francia per la prima volta tutte le organizzazioni di filiera riunite per chiedere all’Ue di non cambiare politica vinicola. In Uk nasce una unica associazione di settore

L’Europa del vino dovrà affrontare tanti cambiamenti in futuro, non solo legati al clima e ai mercati, ma anche al nuovo assetto che si configurerà dopo la Brexit. Perchè il bilancio Ue, che per la metà è sotto la voce “agricoltura”, dovrà gioco forza fare a meno del contributo della Gran Bretagna. E in sede di trattative le voci più univoche e forti saranno quelle che peseranno di più. E in questo senso, arrivano segnali di cui tenere conto, dalle due diverse sponde della Manica. In Francia, ieri a Bordeaux, le organizzazioni di filiera, per la prima volta tutte insieme, hanno dato vita ad una conferenza unificata alla presenza del Commissario Ue all’Agricoltura, Phil Hogan, per chiedere che la politica dell’Unione in materia di vino - che alla Francia ha portato fino ad oggi 280 milioni di euro all’anno tra il 2014 ed il 2018 - non cambi di una virgola. Ma, riporta Vitisphere, il minor budget a disposizione dell’Ue, e le difficoltà registrate da Paesi come la stessa Francia o l’Italia nel gestire varie misure come gli investimenti e la promozione, spingeranno chi fa le regole in Ue a cambiare qualcosa.
Nello stesso tempo, in Uk, dove l’industria del vino è molto più giova e più piccola, già si pensa al futuro e al “fare sistema”, e così le due organizzazioni di filiera, la The United Kingdom Vineyards Association e la English Wine Producers, hanno deciso di unirsi per costituire un solo corpo che rappresenti gli interessi di tutto il settore, e che faccia da portavoce delle sue istanze a livello locale, nazionale ed internazionale.

Il presidente sarà Simon Robinson della Hattingley Valley Wines, mentre il vice sarà Peter Gladwin della Nutbourne Vineyards. Questa unione arriva in un momento chiave per la crescita della nostra produzione vinicola. Il voto che i nostri membri hanno espresso - commenta Robinson - dimostra un ottimismo condiviso e proattivo sul futuro del vini di Inghilterra e Galles, e sulle grandi opportunità che sono davanti a tutti noi. Tanto lavoro c’è da fare, e non da ultimo quello di rinforzare la nostra posizione nei confronti del Governo per costruire una serie di servizi da offrire ai nostri membri. E abbiamo anche una grande opportunità nel costruire un marchio collettivo forte per i nostri vini, e sviluppare nuove opportunità come quelle rappresentate dal turismo, dall’export, ma anche della ricerca e la formazione”.

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