02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il costo in termini di salute che il mondo del vino ha sui suoi professionisti è argomento ancora oggi inspiegabilmente inevaso. Rebecca Hopkins alza il velo e scopre un diffuso bisogno di confronto sul tema, accolto dalla Women of the Vine & Spirits

L’influenza (positiva e negativa) che il vino ha sulla salute umana, è un tema oggi ampiamente dibattuto e sviluppato. Con un limite, però: la prospettiva da cui lo si affronta è generalmente quello del consumatore. Rebecca Hopkins, esperta eno-comunicatrice, ha recentemente puntato l’attenzione sul difficile equilibrio che le persone che lavorano nel mondo del vino devono trovare fra la loro salute e la quantità di alcool che ingeriscono quotidianamente: dagli enologi ai venditori, dal marketing all’imprenditoria, tutti mangiano e bevono ogni giorno una quantità e una qualità di alimenti che le persone normalmente si concedono solo una o due volte al mese. Questo ha delle conseguenze sul benessere psico-fisico degli eno-professionisti che nessuno, tranne rare eccezioni, sta affrontando.
Reduce dal simposio annuale delle Women of the Vine & Spirits a Napa, Rebecca Hopkins si domanda su Meininger’s Wine Business International (www.meininger.de) perché, fra tutti i temi interessanti trattati basati su esperienze personali, come il valore che le donne apportano al settore, come riuscire a rompere gli schemi, essere tenaci e gestire il tempo e il conflitto per arrivare al successo, e come superare la gabbia di padri famosi, non si sia affrontata la questione della salute. “Come facciamo - scrive Rebecca Hopkins - ad insegnare alle nuove generazioni che il bicchiere giornaliero raccomandato non equivale a “due bicchieri industriali” e che puoi avere una carriera di successo nell’industria del vino e dei liquori, se proprio coloro che sono considerati “di successo” dimostrano di avere problemi già esistenti o emergenti, o di avere abitudini malsane che potrebbero causare problemi in futuro?”.
La preoccupazione da lei esternata ha evidentemente toccato un nervo: molti professionisti del settore le hanno infatti scritto, raccontando di pressioni psicologiche da parte di colleghi, di matrimoni in crisi, di soluzioni trovate o da trovare da soli, anche a costo di lasciare definitivamente il mestiere. Perché giorni e settimane senza sosta passati a mangiare, bere e viaggiare per miglia e miglia non pesano solo sulla salute ma anche sulle relazioni personali: come rifiutare l’ennesimo piatto di uno chef stellato? Come non offrire quella bottiglia preziosa ai clienti rimasti fino alle ore piccole? Come affrontare la legittima richiesta del partner di uscire a cena insieme quando si è appena tornati da una di quelle impegnative maratone enogastronomiche? Perché è questo è ciò che l’ambiente richiede: un incessante pavoneggiarsi (soprattutto dall’avvento dei social) di “cene esotiche, degustazioni verticali di vini, cascate di magnum e facce famose; una serie di immagini fortemente modificate, curate e filtrate che rappresentano una realtà altrimenti irraggiungibili e che mascherano la pressione che subiscono gli addetti al commercio per portare risultati di vendita”.
Questi racconti confidati a Rebecca Hopkins hanno spesso però chiesto l’anonimato per la paura di subire ritorsioni sul posto di lavoro: segno che si è ancora lontani dal poter affrontare una conversazione a riguardo con serenità ed onestà, a viso aperto. D’altronde nel mondo del vino, astinenza e sobrietà non sono propriamente valori premianti. Alcuni piccoli passi sono stati fatti: dall’offerta di cibo sano e leggero ai meeting, alle indicazioni di moderazione da parte di alcuni imprenditori illuminati a cui sta a cuore la salute dei propri collaboratori. La stessa presidente delle Women of Vine & Spirits, Deborah Brenner, ha deciso di dedicare una parte della prossima conferenza annuale al tema del wellness e wellbeing. Chissà che quest’accenno di consapevolezza partita dagli Stati Uniti non riesca a superare i suoi confini e incoraggiare al confronto un business ormai globale, ancora evidentemente incapace di fare i conti con i suoi costi in termine di benessere.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli