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Se un vino finora quasi sconosciuto ruba la scena alle grandi etichette: la case history alla “Cenerentola” del Montecucco di Basile, protagonista della cena tra Obama e Trudeau, prodotto dai discendenti del padre della versione italiana della favola

Italia
La case history alla “Cenerentola” del toscano Montecucco di Basile

I protagonisti indiscussi di brindisi istituzionali e sulle “tavole del potere” sono da sempre grandi etichette e importanti griffe del mondo enoico. Ma, per una volta, la storia è andata diversamente, e un vino fino ad ora quasi sconosciuto ha rubato la scena ad etichette ben più famosi. Così, da quando le immagini della cena tra l’ex Presidente Usa Barack Obama - amante di vini italiani, ndr - e il Primo Ministro del Canada Justin Trudeau al Ristorante Liverpool House di Montreal, a fine giugno, hanno fatto il giro del mondo, il Cartacanta Montecucco Sangiovese, Rosso toscano dell’azienda Basile, è diventato il vino del momento, e i due giovani leader i testimonial (in)consapevoli non solo di questo vino, ma anche del suo territorio e dell’intera denominazione. Sembra una favola stile Cenerentola, e, invece, è la realtà: l’azienda di Cinigiano, sulle pendici maremmane del Monte Amiata, è di proprietà di Giovan Battista Basile, discendente dello scrittore barocco Giambattista Basile, padre delle prime versioni italiane proprio di favole come Cenerentola e la Bella Addormentata nel Bosco, che l’ha acquistata nel 1999.
“Il Montecucco è la nuova promessa del vino toscano, un gioiello enologico che prende vita tra le morbide forme della Maremma Toscana e le pendici dell’antico vulcano Amiata”, ha spiegato, all’Agenzia Ansa, Giovan Battista Basile, nel sottolineare come “fin dall’inizio ho scelto di coltivare i terreni con i dettami dell’agricoltura biologica. Le uve vengono controllate e certificate. L’azienda è ad impatto ambientale zero, poiché produce energia pulita con un impianto fotovoltaico ed ha seguito i principi della bioedilizia e del risparmio energetico”.
Una filosofia “verde” che accomuna Obama e Trudeau: “sì - conclude Giovan Battista Basile - mi piace pensare che la scelta del nostro vino si sposi con il loro impegno a favore dell’ambiente, tema di cui hanno discusso nella cena di Montreal”.

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