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La promozione insieme “anche da concorrenti”, guardando in particolare alla Cina; una nuova immagine firmata Gavino Sanna; la necessità di trovare una sintesi tra interessi diversi: l’Italia del Vino Consorzio raccontata dal presidente Andrea Sartori

Italia
Gavino Sanna e Andrea Sartori

Capire che pur essendo concorrenti, se ci si muove insieme è più facile aprire i mercati e fare promozione: se il “sistema Italia” stenta ancora a farlo, le aziende più importanti sembrano avere interiorizzato il concetto. Come testimonia, tra le altre, l’esperienza di Italia del Vino Consorzio, organizzazione che mette insieme 16 realtà di primo piano del vino del Belpaese (Banfi, Cantina Lunae, Cantine Mesa, Casa Vinicola Sartori, Di Maio Norante, Drei Donà, Ferrari Fratelli Lunelli, Gruppo Italiano Vini, Librandi Antonio e Nicodemo, Marchesi di Barolo, Medici Ermete & Figli, Ronchi di Manzano & C., Santa Margherita Gruppo Vinicolo, Terre de la Custodia, Terredora e Zonin1821), per un fatturato vicino al miliardo di euro e un export che vale l’8% di quello nazionale (www.consorzioitaliadelvino.it)
“È diventato quasi un obbligo stare insieme, anche se devo dire che in questo caso si lavora davvero bene, pur avendo aziende che in certi segmenti sono concorrenti, quindi lo facciamo più per amore che per forza - racconta a WineNews Andrea Sartori, presidente di Italia del Vino Consorzio - soprattutto quando si parla di promozione. Già da due anni abbiamo fatto insieme Prowein a Düsseldorf, abbiamo appena chiuso la seconda edizione in comune di Vinexpo a Bordeaux, e il prossimo anno faremo insieme anche Vinexpo Hong Kong, per la seconda volta”. Perchè l’Asia e la Cina sono uno dei grandi obiettivi: “abbiamo già in programma due eventi, uno a Shanghai il 20 settembre, più mirato al business con operatori ed importatori, e d uno il 22 a Pechino, più orientato alla comunicazione con giornalisti ed influencer. L’investimento sulla Cina vine da lontano, ed è la prosecuzione di un progetto già realizzato in passato. Anche se il vino italiano là ha ancora quote di mercato piccole, resta un mercato strategico, va presidiato e coltivato, e farlo insieme è meno difficile”. E il gruppo, inoltre, è destinato a crescere ancora, ma con misura: “oggi copriamo già 18 Regioni perchè ci sono aziende tra noi che hanno realtà vinicole in molti territori. Ma vorremmo una rappresentanza più identitaria ed iconica della Puglia, che dovrebbe arrivare a giorni, e guardiamo anche a Marche e Abruzzo”.
E per raccontarsi serve anche un’immagine unitaria, e l’Italia del Vino Consorzio la sua la appena rinnovata, affidandosi ad uno dei creativi italiani più importanti, nonché produttore di vino come, Gavino Sanna.
Due bicchieri stilizzati, i colori del vino, un lettering dal carattere futurista, molto essenziale, perchè “per me tutto va riportato alla sua essenza più semplice e vera - dice Sanna - alla pulizia delle linee. Dovendo parlare di vino la purezza e la semplicità essenziale diventano ancora più importanti. Questi cerchi sono lasciati anche alla fantasia di chi vuole leggerli ed interpretarli. È un modo di comunicare educato, a voce bassa, per descrivere questa immagine e collaborazione. E’ l’inizio di un viaggio, pieno di fantasia che, come tutte le cose preziose, nasce da una semplicità estrema”.
“Come appassionato di fotografia - spiega Andrea Sartori - ho sempre seguito artisti e personaggi che sapevano “giocare” con le immagini. Gavino Sanna rappresenta per me un mito, un
artista e uomo di successo, uno dei pochi, nel mondo della comunicazione visiva, a rappresentare l’Italia nel mondo. E’ stata quindi una doppia soddisfazione poter collaborare con lui, una combinazione “astrale” che mi ha permesso di affiancarmi ad una persona che stimo da sempre”.
Ma Sartori è prima di tutto un imprenditore del vino, e uomo di lungo corso dell’associazionismo (è stato, tra le altre cose, presidente di Unione Italiana Vini, e ora anche presidente del Consorzio della Valpolicella, ndr). Impossibile, quindi, non chiedergli una sua opinione sull’attuale rapporto tra vino ed istituzioni. “Di certo negli ultimi mesi se si guarda alle vicende dell’Ocm promozione o al tema delle autorizzazione di impianto dei vigneti, non si può dire che ci sia stato un grande esempio di efficienza da parte del Ministero, non sono arrivate risposte soddisfacenti a certe questioni, è indubbio. Ma è anche vero - sottolinea Sartori - che tra le rappresentanze del mondo del vino, che tutelano legittimamente interessi di parte, tra agricoltori, cooperative, imprenditori e così via, nonostante gli sforzi non si è riusciti a trovare la quadra, una sintesi. E va detto che se le istituzioni vengono continuamente tirate per la giacchetta da questo o da quello, è più facile che si vada anche in confusione”.

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