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Chiusa la parentesi della campagna en primeur, come cambia Bordeaux nella percezione di mercato e wine lovers? Nei numeri di Wine Lister il boom di Cos d’Estournel, Lynch-Bages, Montrose e Figeac. Ma i top brand sono ancora Lafite, Mouton e Yquem

Chiusa la lunga parentesi della campagna en primeur, per Bordeaux tempo di bilanci. Non tanto su prezzi e mercato, di cui abbiamo già scritto qualche giorno fa (qui: https://goo.gl/yixPV6), quanto nell’immaginario collettivo. Arduo, ma fattibile: le ricerche su Wine Lister, il database che mette in fila migliaia di etichette di tutto il mondo, giudicate attraverso un indice sintetico capace di armonizzare i punteggi su tre diversi aspetti, “brand”, “quality” ed “economics”, hanno infatti registrato un vero e proprio boom di ricerche nel mese di maggio, concentrate su quattro etichette ben precise (www.wine-lister.com).

Château Cos d’Estournel, tra i primi ad essere rilasciato a metà aprile, “clamorosamente” allo stesso prezzo del 2015, ha visto un’impennata delle ricerche mensili: +1.946; Château Lynch-Bages è stato rilasciato un mese dopo, a 98 euro a bottiglia, il 14% in più del 2015, ma un prezzo accolto con grande ottimismo dalla piazza di Bordeaux, vista la grandissima qualità raggiunta da questo Cinquième Cru, cercato su Wine Lister, a maggio, da 1.847 persone in più del mese precedente. Anche Château Montrose ha fatto leva sul prezzo, lo stesso del 2015, nonostante abbia raccolto punteggi ben più alti del 2009, 2010 e 2015: una scelta da “best buy”, che ha portato 1.800 ricerche in più. Château Figeac è invece una vera e propria anomalia: rilasciato solo a giugno, ha comunque ricevuto 1.692 ricerche in più nel mese di maggio, sull’onda dei giudizi altissimi ricevuti, unanimemente, da Jancis Robinson, Bettane e Desseauve e Antonio Galloni.
Bordeaux è ancora l’emblema di una qualità storicizzata come in nessun altro territorio del vino del mondo, fissata dalla classificazione del 1855, ma tutt’altro che sclerotizzata: è ancora Wine Lister a raccontare come il punteggio complessivo degli Château di punta possa cambiare, almeno nelle dinamiche relative agli aspetti su “brands” (basato su ricerche online e distribuzione) ed “economics” (dinamiche di prezzo e liquidità sul mercato dei fine wines), di anno in anno. Se il podio dei brand è immutato rispetto al 2016, con Lafite, Mouton e Yquem appaiati a 999 punti (il massimo), dalla seconda posizione, dove ci sono Haut-Brion (che guadagna due posizioni), Latour e Margaux (che perdono invece tre posizioni) con 998 punti, qualcosa cambia. Quindi Lynch-Bages (-1) e Petrus (997, +1), Cos d’Estournel (996, +1), Cheval Blanc (995, -2), Léoville Las Cases e Palmer (994), Ducru-Beaucaillou (993) e Montrose (+1) e Pichon Comtesse (992, -1).
Nei punteggi della categoria “economics” gli scossoni sono invece più evidenti sul 2016: in testa Angélus (+3) e Le Pin (977, +1), davanti a Petrus (967, -2), Mouton (964, +1), Lafite (958, +7), Haut-Brion (956, +2), Margaux (952, +4), Pavie (948, -5), Ausone (938, +26), Pavillon Rouge (937, -2), Palmer (936, +2), Latour (934, +4), Ducru-Beaucaillou (933, +7), Beychevelle (932, +14) e Cheval Blanc (932, +1).

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